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Maria Fuastina Chigi Ebrea fatta Cristiana, chiamata nell'Ebraismo Lia figlia del Già Giuseppe Gallichi e di Laura Gallichi in età d'anni 23 compiti, abitante nel Ghetto* di questa Città, e nel tempo che fu Catecumena nel Palazzo dell'Illustrissimo Signore Jacomo Chigi della Cura di S.Stefano, Consigliere di Cesare Doni Ebreo pari, fatto cristiano Battezzato in questa città sott'il dì primo di giugno prossimo passato: doppo essere stata con gran carità istruita nelle cose di nostra Fede dal Molto Reverendo Sig. Pier Giovanni Marchi Paroco di S.Marco; Fù Battezzata con solenne Rito, e con gran Pompa dall'Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore Alessandro Zondadari Arcivescovo di questa Città 13°*, nella Chiesa delle Molto Reverende Monache delle Trafisse, dette della Madonna, e con l'assistenza del Molto Reverendo Signore Francesco Viticchi Pievano di questa Chiesa, e dai Preti da lui Chiamati; Quali Religiose con Generosa Nobiltà d'adornamenti di chiesa, di musiche, di trombe, maschi*, e tamburi, e con Splendido regalo fatto alla detta Neofita*, resero assai magnifica la detta funzione alla quale vi fù necessaria l'assistenza de soldati per impedire il tumulto del popolo, che con gran concorso e intervenne; Commare al detto Battesimo fù la Nobil Signora Faustina del già Nobil signore Silvio Gori Consigliere del Nobil Signore Francesco Chigi. Terminata la detta Funzione il detto Monsignore Arcivescovo conferì alla detta Maria Faustina il S.Sagramento della Cresima; e fù Commare la Nobil Signora Camilla del Nobil Signore Antonio Pavolo Franceschi, Consigliere del Nobilsignore Cavaliere Ranieri Piccolomini; dipoi il detto Prelato celebrando la S.Messa in Chiesa Inter Missarurn Solemnia* communicò la detta Neofita quale assistè a tutte le funzioni suddette con molta Devozione, Modestia et Esemplarità. Dal libro1022 dei Battesimi di San Giovanni Battisti
* GHETTO = Un documento del 1229 ricorda che gli ebrei erano già
presenti a Siena in quel
periodo: svolgevano l'attività di "prestatori" e forse erano i
progenitori di coloro che vennero accusati di essere responsabili dello scoppio
della peste del 1348. Fu
questo l'unico grave atto di intolleranza che i "figli di David"
dovettero subire fino
alla caduta della Repubblica. Con la venuta dei fiorentini, si
ebbe invece subito l'ordine
di radunare tutti gli ebrei: era l'inizio del ghetto. I maschi
dovevano essere
riconoscibili per un berretto giallo e le donne per una fascia
gialla sul braccio destro:
oltre a dover essere sempre a disposizione dell'autorità, era
loro proibito di tenere
banchi di prestito, di avere al proprio servizio domestici
cristiani e di uscire dopo il
calar del sole. Queste restrizioni, imposte da Firenze, vennero
mitigate a Siena, fino al
28 giugno 1799, quando la situazione precipitò per l'avvento
delle bande aretine che
saccheggiarono il ghetto, depredando e uccidendo 19 ebrei,
perchè considerati ricchi,
nemici dei cristiani e, soprattutto, perchè simpatizzanti dei
francesi. Il massacro segnò
l'inizio del declino della comunità di Siena: molti si
allontanarono, passando dalle 500
unità del Settecento alle circa 300 del secolo successivo e per
arrivare al numero di oggi
che è inferiore a cento. Questo ghetto, i cui cancelli si
trovavano all'inizio di via del
Luparello e in via di Salicotto, rimase in funzione, eccetto
che per la parentesi
napoleonica, fino al 1859. |