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15 agosto .... ricordiamo "Fino"

SIENA 19 giugno  2018
FONTE :
Basketsiena.it | Redazione
FOTO:
(sopra) Finetti Luca
(sotto) 1987 -  Finetti Luca
al Campo scuola con la squadra


Luca Finetti ha scritto il suo nome nella storia del basket senese  con caratteri "Arial Black", quelli forti, in modo indelebile.  Il basket è stato il grande amore della sua vita, vissuto con alti e bassi, momenti in cui tutto andava al massimo con il massimo della gratificazione, e momenti in cui tutto sembrava perdersi e sparire. Ma il suo fil rouge con il basket era forte, formato da autentici valori: passione, piacere, dedizione, competenza.
Quando nasce questo amore per il basket e la Mens Sana in particolare?
Bisogna andare molto indietro nel tempo quando babbo Vasco abitava in via Vittorio Emanuele al numero civico 17, subito fuori Porta Camollia. Un palazzo abitato e frequentato non solo da istriciaioli, il sor Aldo Martelli, il Panti, il Fedolfi, ma anche da mensanini autentici quali il babbo di Luca, Vasco Finetti (Vaschino), il Fini (l'orefice), il Pennatini (il grande Demo). Tutti mensanini da sempre, quando esserlo non era "di moda" ma era veramente una questione "di fede".  
Babbo Vasco fu diverse volte coinvolto anche nelle problematiche societarie, sempre numerose, post primo periodo d'oro, quello del dopo "Donde", del Pasqualini, del Bruttini, Quartinieri. E questa vicinanza di Vasco alla Mens Sana fece avvicinare anche i figli, Luca ed Olga (la sorella), alla Mens Sana e per lo strano gioco del destino fu Luca, più che babbo Vasco, ad incidere sul fururo, a fuochi d'artificio, della Mens Sana.
Luca, chiamato nell'ambiente mensanino "Fino", mostrò subito il meglio di se come allenatore delle giovanili. Luca aveva una missione sola, come pochi allenatori rampanti oggi sanno coltivare: l'amore per la palestra, i fondamentali, la cura dei particolari, l’importanza dei piccoli gesti,  la crescita dei giovani, il lato del divertimento senza l’ossessione del risultato tipo "il fine giustifica i mezzi", l’urlo che spezza a volte la passione dei ragazzi, un danno magari irreparabile.
Luca diventò anche assistent coach di Ezio Cardaioli. Ed in quel perido fece il più bel regalo mai fatto alla Mens Sana da un allenatore: da grande talent scout quale era, come nessun altro lo è stato sulle nostre pietre serene, nei suoi tours "gym to gym", da palestra a palestra e non certo con il supprto di internet, youtube o social networks (inesistenti all'epoca), scovò due ragazzi poi diventati d'oro per la Mens Sana, Paolo Moretti ed Alessandro Frosini.
La cifra per la vendita dei due talenti da lui trovati ad Arezzo ed a Castelnuovo Berardenga costituì un record all'epoca, si parlò du due miliardi di lire, e la Mens Sana che in quegli anni stava annaspando nelle sabbie mobili della B trovò le risorse per fare un doppio salto, dalla B alla A1.
Il valore del reclutmento fatto da Luca Finetti non fu subito capito. Coach Ezio Cardaioli recentemente ha detto: "Personalmente mi rimprovero di non aver capito nel primo anno un vero campione, Paolino Moretti, che nonostante i suoi sedici anni era già in grado di fare la differenza. Invece cercai l' esperto Brambilla da Arese, che in tutto il campionato fece solo due o tre buone partite" .
Dopo Cardaioli arriva Lombardi e fu  Dado Lombardi  a far diventare Luca un personaggio nel suo genere. Lo considerava un po’ un genio e un po’ il suo Sancho Panza, uno scudiero di valore col quale condividere le confidenze, confrontarsi sulle scelte, scherzare per spezzare le tensioni di una gara. Tensioni che Dado Lombardi sapeva benissimo tendere fin quasi allo stremo, unico mezzo per spremere il massimo da una squadra che metteva sulla maglia una piccola sponsorizzazione della banca, la Ticino Assicurazioni.
Certo, questa strana coppia, uno massiccio e debordante e l’altro a misura umana, costretto a fumare una sigaretta dietro l’altra quando il capo s’innervosiva dandole qualche volta
di nascosto anche a Valentino Battisti,  è stata un asse perfetto sia per la squadra, per l’organizzazione del vivaio e per tenere alto lo spirito su tutti i fronti.
Poi arriva il Vate, Valerio Bianchini, coach già plurivittorioso ma non fortunato a Siena. "Fino" è da subito in perfetta sintonia con lui. I due si capiscono, si apprezzano, nasce uno stretto rapporto umano e per Bianchini Luca è una ciambella di salvataggio in una città che fatica a capirlo e ad amarlo. Bianchini manterrà nel tempo un contatto con questo unico (o quasi) senese da lui capito e contraccambiato.
Ma Luca non è in sintonia e non può esserlo con altri personaggi di quella Mens Sana ambiziosa che stava diventando grande nei numeri. Così quando il frutto divenne maturo e appetitoso, toccò ad altri a coglierlo come capita sempre nella vita. Un dispiacere vedersi non considerato da quella Mens Sana ma non un dolore. Il suo traguardo era divertirsi col basket finchè fosse possibile, ma cercare di completare gli studi in medicina. La sua uscita non facile da un ambiente che avrebbe avuto ancora bisogno dei suoi valori positivi si può dire abbia spianato la strada alla scalata del più giovane Pianigiani che rappresentava la fatale  evoluzione professionistica del ruolo di vice in carriera.
Poi nella seconda metà degli anni '90 nacque l’Associazione Medici dello Sport Senesi, che poi prese il nome di "Ass. Luca Finetti", successivamente ricordiamo la Performance 2.
Luca vi entrò a farne parte nel 1998.
Stava cambiando repentinamente un mondo, soprattutto nel pianeta Mens Sana, ma  Luca come ricordato da Enrico Campana, giornalista anche lui non amato nella stanza dei bottoni d'oro di via Achille Sclavo ed anche da molti senesi di parte, "col suo genio semplice e partecipativo, con quella faccia da attore caratterista dell’umana commedia popolare, riuscì a conservare tutto il suo piccolo mondo antico quando la Virtus Siena gli chiese di ricoprire il ruolo di medico sportivo
".
Luca portò alla Virtus tutto il suo bagaglio di conoscenze formatesi dalle competenze e dalle genialità; ma tutto questo non trapelava e dietro a quel vocione c'era un animo gentile con una non comune capacità di relazionarsi con tutti. Talmente modesto che quando veniva indicato come talent scout di livello .... lui si limitava a dire: "E' solo questione di fortuna trovare il classico ago nel pagliaio!"
Poi la sua storia, in un batter d'occhio,  è diventata solo un passato senza più futuro.
La sera della Prova Genedale del Palio di Agosto del 2010, una Palio con i Quattro Verdi in Piazza e, poche ore prima della tradizionale Cena della Prova Generale", Luca Finetti, uscito da lavoro dopo una intensa giornata, s'accascia per un malore al volante della sua auto andando a sbattere contro un guard-rail. Luca finisce così la sua corsa, perchè Luca andava sempre con passo spedito verso qualcosa di nuovo da fare. Era fantastico .... perchè nel suo correre aveva tempo per tutti: una parola, un sorriso, un consiglio.
Recentemente, coach Paolo Moetti, parlando di lui su FB ha detto: "
Mi sento in dovere di ricordare un grande amico, e punto di riferimento vero per me e per tanti giovani senesi e non che sono cresciuti alla Mens Sana. Ti ricordo con grande affetto, stima e sincera riconoscenza per avere contribuito a rendere la mia vita come l'avevo sognata da ragazzo!
Grazie "FINO"

 
 

                                          

 
 
 
 
 
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