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Siena, 1997
Fonte: -
Fontanafredda Mens Sana 1997/98
E' una Mens Sana che sta facendo le grandi prove. Vuole mettersi in mostra, alla ricerca di qualche colpo negli ingaggi e nei risultati; vuol far parlare di se per smuovere interessi ed attenzioni e piano piano, negli anni, ci riuscirà.
In quel 1997 parte con qualcosa che in quel momento nessuno aveva: quattro giocatori di colore. La bolognese Fortitudo perde Gay e dopo aver piazzato Damiao nemmeno il Dream-
Ma gli americani ben conosciuti sono però solo due: il confermato Gerard King che nella stagione precedente aveva chiuso con 15,2 punti e 10,2 rimbalzi di media, che in quell'anno guadagnerà più dei 180.000 dollari con cui Siena l'aveva fortunosamente pescato nella stagione precedente e.... Larry Middleton, che in quella stagione da italiano era un vero e proprio lusso, un colpaccio fatto da una Mens Sana veloce e brava nel fare le pratiche di italianizzazione e battere tutti. Larry aveva chiuso la stagione precedente con 21,1 punti di media (con il 59% da2).
nelle foto: King e Middleton
Gli altri due colored furono Jamie Watson, un nuovo arrivo in italia, tutto da scoprire, accompagnato da buone credenziali e Tito Horford, originario della Repubblica Domenicana ma in qualche modo diventato comunitario (inglese), già apparso in Italia da straniero nel 91/92 a Firenze. Il suo arrivo a Siena e le sue prime prestazioni fecero ben sperare come troviamo scritto sul Superbasket n°37 di quella stagione: "La più bella sorpresa per Siena è stato scoprire che il domenicano Tito Horford, a 29 anni, ha messo la testa a posto ed è diventato un giocatore affidabile dopo che, anche negli Stati Uniti, aveva fatto disperare chi credeva in lui nelle sue doti e nello strapotere del suo fisico".
Ben presto però questi due nuovi colored tradirono le aspettative e vennero sostituiti.
Già nella stagione precedente la Mens Sana aveva assistito e vissuto ad una girandola di giocatori esotici: due americani (King e Loucious Davis) due comunitari (il tedesco-
nelle foto: Horford e Watson
In quegli anni i preliminari di coppa Italia venivano giocati ad inizio stagione e per la Mens Sana, in quel rivoluzionario quanto attraente 1997, i sedicesimi vennero giocati il 28/31 agosto mentre gli ottavi di finale il 2/4 settembre. Nei primi affrontammo e liquidammo il Banco di Sardegna 62-
Contro Cantù le gare hanno sempre un forte contenuto agonistico; rivalità storica cresciuta negli anni fra due tifoserie non certo alla camomilla. Poi quell'anno c'era per entrambe la voglia di dimostrare qualcosa di diverso ed in più rispetto alla stagione precedente. Non parliamo poi di Siena ! dato che nella stagione precedente la Polti Cantù era stata la sua bestia nera. Cantù infatti l'aveva eliminata sia nei quarti di coppa, ad un passo dalle Final Four, e nei playoff scudetto, un 2-
Le due "mattonate" in faccia della stagione.
Quel 2 settembre, quella gara1 degli ottavi di coppa Italia giocata al palaMensSana aveva pertanto il sapore della vendetta. E quel giorno quella Mens Sana del Black Power seppe regalare la soddisfazione che il popolo biancoverde voleva umiliando
Nella "Rosa" (Gazzetta dello Sport) del giorno dopo non trovammo, come da copione ormai conosciuto e più volte verificato, gli elogi ai biancoverdi di Phil Melillo ma al popolo biancoverde piacque forse ancor più quel titolo: " Cantù che disfatta ! 13 punti in un tempo .
Il tabellino di quella partita: Dell'Agnello 9, Middleton 19, King 12, Londero 18, Watson 11, Savio 2, Horford 8, Gattoni, Spangaro, Rossetti n.e. .... per la temuta coppia USA di Cantù, Berry 23 ma Oliver solo 4, il totale dei due 27 punti. Molto lontano dai 50.
Le dichiarazioni post-
Tutto questo ... una vendetta che fece rinascere l'ottimismo. Gli abbonamenti viaggiarono spediti e la società, dopo quella gara, dichiarò di raggiungere come obbiettivo quota 1500 tessere.
FOTO sopra | Fontanafredda Mens Sana 1997 -