GLI INDIMENTICABILI: MIKE BANTOM



Michael Allen Bantom, chiamato a Siena "Maicche", arrivò nella città Toscana nel 1982 dopo un lungo corteggiamento. Vi rimase per tre stagioni; tre stagioni complesse per la Mens Sana di quegli anni. Dopo la sua partenza, nella stagione 85/86, la Mens Sana retrocesse in serie B. La coincidenza partenza-retrocessione non fu certo una casualità.
Mike è stato uno dei giocatori più forti e completi visti al PalaMensSana in maglia biancoverde poi biancoblu; lo sponsor Mister Day impose i suoi colori dalla seconda stagione senese del giocatore.
Mike è stato sicuramente quello dal pedigree più prestigioso, con un passato nella NBA importante e con un presente nel mondo del basket americano altrettanto significativo, con funzioni dirigenziali. Una completezza da pochi dimostrata: immense qualità come giocatore ed altrettante come dirigente.


Il 3 dicembre 1951 Eleonore Harris nota come Billie Holiday o Lady Day (una delle più grandi cantanti jazz-blues di tutti i tempi) incise il suo primo disco .... in quello stesso giorno al Mercy Philadelphia Hospital (foto a lato) nasce Michael Allen Bantom.


In città come Philadelphia, New York (NYC) rappresentanti dei servizi sportivi più ricchi d'America andavano in cerca di "corpi neri ben scolpiti" per reclutarli ed avviarli verso "la terra promessa" o almeno al "Sweet16". Il padre di Mike, che vidiamo qui in una vecchia foto, fu contattato da uno di questi reclutatori. Pensando di fare la "cosa giusta" per Mike (aveva anche Misha, Robbie, Alan e Brenda come figli) decise .... il basket poteva essere il futuro del "gigante di casa Bantom".

Mike va alla scuola superiore di Philadelphia. La Christian St. Ymca aveva una storia leggendaria per il basket.
Nella foto vediamo nel gruppo dei giovani della scuola in piedi al centro il mitico Wilt Chamberlain.
Questa foto risale al 1953, due anni dopo la nascita di Mike ma quando il giovane Bantom entrò nella scuola fu una delle prime immagini che vide in un quadro appeso alla parete.

Mike Bantom al Collage, al Saint Joseph's Basketball University.
Nel 1972/73 il suo team termina la stagione con 22 vittorie e 6 sconitte. Mike è il miglior giocatore che ha a sua disposizione coach Mc. Kinney. Termina quella stagione con 20,3 punti media/gara come il suo compagno Mc. Farland.
Nella "Hall of Fame" della Saint Joseph's University è fra i primi ad essere menzionato e ricordato.

Nel 1973 viene selezionato dai Phoenix Suns come ottava scelta del Draft NBA. E' l'inizio della sua avventura nel basket professionistico, nove anni di NBA (1973-1982) che lo hanno visto giocare nei Suns, Seattle SuperSonics, New York Nets, Indiana Pacers, e Philadelphia 76ers.
Viene premiato per All-Rookie team ; conclude la sua carriera NBA con 8.568 punti totali, 4.517 rimbalzi e 1.623 assist totali.

Nel 1976 inizia la sua stagione nei Suttle SuperSonic per poi passare ai Nets dove giocherà 33 gare [1]. A New York disputa la sua stagione NBA statisticamente più prolifera, avrà una media realizzativa di 18,6 punti e catturerà 8,6 rimbalzi.
Nella stagione successiva (1977/78), in piena maturità cestistica (26 anni) passa ai Pacers dell'Indiana con un buon contratto. In 82 partite raggiunge il suo high totale punti in una stagione: 1258 a fine campionato.

La pagina più ricordata della sua storia cestistica Mike Bantom però l'aveva già scritta qualche anno prima, nel 1972, quando, dopo essersi guadagnato la convocazione nella nazionale degli Stati Uniti per i Giochi olimpici di Monaco, si trovò ad essere protagonista in campo con i suoi compagni di squadra Jim Brewer, Thomas McMillen, Thomas Henderson, Dwight Jones e Doug Collins della finale più contestata della storia olimpica. Una pagina indelebile che tutt'oggi l'America del basket ricorda come un scippo vergognoso.

Quella finale olimpica se la giocarono naturalmente gli Stati Uniti, i grandi favoriti, e l'Unione Sovietica.
Eravamo in piena guerra fredda fra USA ed URSS, quindi la sfida aveva un significato extra-sportivo. A pochissimi secondi dalla fine gli Stati Uniti erano in vantaggio 50-49. C'è un time-out chiesto dall'Unione Sovietica fra un libero e l'altro ... il regolamento non lo prevede e quando il cronomentro segna 19'59” il pubblico invade il campo per festeggiare la vittoria americana.
In campo si gioisce come vediamo nella foto con Bantom esultante, ma il segretario Fiba William Jones (poi viene scoperto notoriamente anti-americano) sospende tutto e ordina di ripartire con 19'57” sul cronometro, accogliendo la richiesta del time-out sovietico e sulla rimessa Aleksander Belov segna il 51-50.
Dopo 18 ore di consultazioni, il ricorso americano viene respinto.
CLICCA QUI per vedere più nel dettaglio questa partita (USA-URSS) ed un'altra sfida (DERBY MENS-SANA-LIVORNO) con Mike Bantom protagonista





Nel 1983 Mike Bantom decide di lasciare la NBA e l' America. Viene in Italia dove Jim Brewer (foto a lato) sta già giocando da qualche mese con la squadra di Cantù. Jim Brewer è per Mike un amico fraterno, un compagno dai tempi universitari, dalla nazionale olimpica (come visto sopra), campione NBA con una carriera simile ed in parte parallela (anche nei numeri) a quella di Mike Bantom.
Nel Bel Paese le squadre che in quel momento, a campionato avviato, avevano intenzione di cambiare il proprio anericano erano Fabriano, Varese e Siena; quest'ultima cercava un USA con caratteristiche diverse da quelle di Brett Vroman.
La concorrenza è spietata ma il pres. della Mens Sana, Lido Lanfredini, la spunta ed il 3 novembre il presidente stesso va a prenderlo all'aereoporto di Fiumicino, con tanto di foto ricordo su La Nazione (cosa inusuale all'epoca).

Il 7 novembre gioca la sua prima partita con la Mens Sana contro il Benetton Treviso di Dado Lombardi.
Bantom illuminò subito la scena e pur con soli cinque allenamenti senesi alle spalle, Tonino Zorzi lo volle in campo per tutti i quaranta minuti. Mike mise a referto 18 punti (7/13 dal campo e 4/5 ai liberi), con due assist, ma soprattutto giganteggiò in difesa e ai rimbalzi.

Mike Banton realizzatore: il 13 febbraio 1984 si giocò Mens Sana Siena - Rapident Livorno, clima da derby, sugli spalti ed in campo. Con un paio di allunghi brucianti la Mens Sana si aggiudicò nettamente quel derby con un Mike Bantom stellare.
Quando il "califfo" venne richiamato in panchina il rientro fu accompagnato da una autentica ovazione senza fine, fra le più lunghe registrate al Palazzo. Bantom fece cose grandiose in attacco ed ai rimbalzi, certe sue conclusioni da "power forward" furono da manuale e mai si era vista tanta magnificenza in quel ruolo in quell'impianto sportivo. Alla fine 38 punti, frutto di un eccellente 16 su 23 al tiro, più 13 rimbalzi e 4 assist. Per Mike quei 38 punti sono stati il suo max in casa Mens Sana anche se di trentelli ne ha fatti altri come diverse altre sono state le sue prestazioni da incorniciare.

Ma Banton, da giocatore di classe, è ricordato a Siena soprattutto per la sua visione del gioco, per come sapeva leggere i vari momenti della partita e dettare i tempi, per come sapeva saper rendere facili le cose diicili, per come sapeva con le sue assistenze e con i suoi consigli migliorare le prestazioni dei compagni.
Furono principalmente Stefano Bechini e Luigi Cagnazzo a gioversi fortemente del suo contributo; lo stesso George Bucci, rifinitore e realizzatore di razza, trasse grandi benefici dalle sue assistenze. Nel record punti di Bucci, 48 contro l'Italcable (vedi articolo a lato) c'è molto delle invenzioni di Mike.

Alla fine del campionato '84-85, vista l'aria di ridimensionamento che interessava Viale Sclavo, lascia la Mens Sana.
Non fu difficile per lui trovare nuove ed anche più redditizie occasioni di lavoro nel Bel Paese dove intendeva comunque rimanere.
Nelle due esperienze successive cercò società con ambizioni di vertice, così si lega dapprima alla ricca Auxilium Torino e l'anno successivo all'ancor più ricca Virtus Roma (vedi foto a lato).
Nel triennio senese in 81 partite aveva collezionato 3013 minuti totali, con una media di oltre 37 a partita. Sengnò 1700 punti alla media di 21 per gara, con quasi il 56% da 2 (il 35% da 3, ma solo nell'ultimo anno) e il 71% ai liberi. Catturò 924 rimbalzi, alla media di 11,4 a partita, con oltre 3 assist media/gara.

Banton quando lasciò gli Stati Uniti per venire a Siena aveva un incarico come presidente dell'associazione dei giocatori NBA.
Quando ritornò in America con la conclusione dell'attività agonistica, ricoprì nuovamente nel mondo professionistico americano altri e nuovi incarichi dirigenziali o d’immagine in società o organizzazioni di caratura mondiale (la Gatorade, la FIBA e per ultima la stessa NBA).