1978 - PRIMI PER LA PRIMA VOLTA

La presentazione dela MENS SANA del 1978 -  Riconosciamo Ceccherini, Fernsten, Bucci, Bonamico ed il sorridente Roberto Quercia

26 dicembre 1978, dopo la partita con la Xerox, vinta dall' Antonini a Siena, si accesero grosse speranze, ma nessuno si lasciò prendere dall'euforia.
L'Antonini condivideva la testa alla classifica con la Chinamartini (Torino) e con l'Emerson (Varese) e doveva affrontare la difficile trasferta torinese. Per il presidente Cocchia l'incontro era "tabù"; l'allenatore Rinaldi, prudente per natura, non si sbilanciava, ma la partita della vigilia di Natale aveva chiarito alcune situazioni che sembravano avvolte nella nebbia: la Chinamartini era stata battuta in casa sua, perdeva il primato e la Mens Sana restava lì, in vetta, grazie a quella determinazione che l'aveva caratterizzata, specialmente nelle ultime partite. E' vero, c'era stato come sempre un grande Bucci, ma la forza del complesso aveva dato al capocannoniere la spinta decisiva, perché nel momento conclusivo non si era trovato solo, ma aveva avuto intorno a se una vera squadra.
Adesso l'Antonini si trovava a fianco della plurititolata Emerson Varese al sommo vertice del campionato.
Era di fatto la prima volta che la Mens Sana aveva una squadra di pallacanestro in vetta alla classifica nel massimo campionato: forse gli statistici diranno che non è esatto perché tre campionati or sono la squadra diretta allora da Cardaioli visse un momento di gloria nelle prime giornate del campionato, ma adesso siamo molto più in là, siamo a Natale.
Un regalo più bello sotto l'albero non poteva essere fatto dal gruppo di Rinaldi ai suoi sostenitori. Un gruppo che ritengo il più valido di sempre nella storia della gloriosa polisportiva: un playmaker, Gianni Tassi, in grado di sentire il ritmo della partita e lasciare giocare Bucci più tranquillamente come predilige, da guardia; Roberto Quercia, splendido come ala piccola, ma in grado di essere anche un quattro con i suoi 202 centimetri; un quattro, il "marine" Bonamico, giocatore di sostanza, un azzurro in maglia bianco-verde; un cinque, "Artiglio" Eric Fernsten, prepotente, nessuno è meglio di lui sotto le plance. Bel quintetto… bel Natale per i settemila del PalaSclavo.


estratto da un articolo de La Nazione del 26 dicembre 1978 a firma di Piero Focardi

Articolo su La Nazione del 27.12.1978