Ergin ATAMAN


2002 - ERGIN ATAMAN - NON SOLO PROMESSE.

Ataman. Pochi giorni sono bastati per capire che quel turco avrebbe lasciato un segno sulla terra senese. Dopo pochi mesi possiamo a buon ragione confermare ad Ataman un titolo che gli varrà anche in Italia: è lui l'uomo dei primi record. Il raggiungimento della quattrocentesima vittoria biancoverde, ottenuto sotto la sua guida, non è che l'ultimo dei suoi traguardi personali. Lui che ci ha dato la prima coppa europea, che per primo ha portato una squadra turca alle Final Four di Eurolega, e che ha preceduto tutti gli allenatori suoi connazionali nel grande salto verso il basket italiano ed europeo. A Siena ha iniziato facendo promesse e continuato a mantenere le promesse fatte. Ha portato la Mens Sana alle prime due finali della sua storia. Ha ottenuto poi un traguardo non scritto, ma forse fra tutti il più importante, quello di fare della Montepaschi una vera grande del campionato. E lo ha fatto avvertendo in precedenza; nei giorni di precampionato, che a Siena sono prima di tutto di post-Palio, è stato lui a suonare la carica. Si è messo a parlare di finali, di corsa scudetto. Quelle che inizialmente ai più sono parse battute per svegliare l'ambiente addormentato da grandi professionisti nemici della piazza, e non ce ne voglia l'architetto lombardo, col passar del tempo si sono mostrate parole reali, veritiere e pertanto indimenticabili. Il fascino di questo nemico della retorica, le parole chiare e dirette di chi è contrario a tatticismi, hanno colto nel segno. Saranno state quelle parole, sarà che in effetti questo combattente ottomano dal physique du role, ha reali capacità conoscitive del gioco del basket, sta di fatto che Siena si è trovata quella grande squadra che da sempre sognava. Il tutto lo ha fatto con un gioco semplice e lineare, ma proprio per questo entusiasmante, dove il meglio arriva quando la buona difesa ottiene recuperi e scatta il contropiede ad esaltare le dote esplosive dei singoli; una Mens Sana a carattere europeo designata a sua immagine e somiglianza.


Fabio Fineschi