Carlo RECALCATI


2004 - CARLO RECALCATI - UN OMAGGIO DAL MAESTRO "TAU".

Quando la Fonti Lievissima guidata dal fantastico Borislav Stankovic vinse il titolo del '68, i cantori dell'epoca inneggiarono al famoso "Muro di Cantù" (la difesa), ma furono le penetrazioni ed il mortifero tiro da fuori di Carlo Recalcati il vero valore aggiunto di quella squadra. Ed anche quando la Forst del '75 riuscì a rompere lo strapotere di Ignis e Simmenthal riportando lo scudetto a Cantù, i maggiori elogi furono tributati ai nuovi astri Marzorati e Della Fiori o il granitico Lienhard, ma gli avversari più scorbutici toccavano sempre a Farina e Recalcati e a quest'ultimo erano anche affidati i tiri conclusivi delle partite più scottanti. Sta di fatto che il Recalcati giocatore è stato il grande protagonista senza mai reclamare l'etichetta. Esattamente come ha sempre fatto anche come allenatore. Ovunque egli abbia allenato ha manifestato la qualità di saper collocare se stesso allo stesso livello dei giocatori, interpretando il proprio compito come suggeritore di idee di gioco e comportamento senza cedere all'impellenza. E così che gli riesce di trasferire il problema dell'esito della partita all'interpretazione consapevole dei giocatori e sottrae all'evento il fardello dell'isterismo. E' una qualità che non gli è stata insegnata, ma frutto della consapevolezza che, al di là delle sollecitazioni e delle tattiche suggerite dalla panchina, l'esito della partita è comunque affidato all'iniziativa ed alla capacità dei giocatori di fare la cosa giusta nel momento che conta. A differenza di Primo non si è proposto come sacerdote di una propria filosofia di gioco, non ha promulgato editti per affascinare la folla come Bianchini e Peterson, non ha issato la bandiera della propria metodologia come Gamba e nemmeno dettato il verbo del proprio credo come Messina. Proprio facendo niente di tutto ciò, ha rivoluzionato l'immagine dei coach ed ha indicato oggi la strada a coloro che si accingono a fare il mestiere, o per lo meno a coloro dotati di buon senso.


Arnaldo Taurisano