LA VERBENA CON PROPRIETA' MEDICAMENTOSE E MAGICHE

Siena e la sua magica "Verbena"

E mentre Siena dorme tutto tace,
e la luna illumina la torre
Senti nel buio, sola nella pace,
sommessa Fontegaia che canta
una canzon d'amore e di passion...

Nella Piazza del Campo
Ci nasce la verbena
Viva la nostra Siena
Nella Piazza del Campo
Ci nasce la verbena
Viva la nostra Siena
La più bella delle città!

Piazza del Campo...nata su un terreno fragile e fangoso, punto di incontro dei tre colli su cui sorge Siena, in origine la "piazza" era un grande prato, da qui il nome "campo", su cui convergevano le piccole vie dell'antica città, e per secoli rappresentò un grosso problema urbano per Siena.
Fu proprio in epoca romana che il luogo venne bonificato completamente, restando però un spazio periferico dedicato a fiere e mercati. Il nucleo della città in formazione si trovava più in alto, nella zona di Castelvecchio.
Sembra che nella Piazza non ancora lastricata, nascesse davvero la verbena negli angoli meno frequentati. Secondo Giovanni Righi Parenti, vi era piantata appositamente , insieme al dragoncello, alla ruta e alla cedrina, "cioè tutte le piante antimalocchio che allora si conoscevano, perché Siena fosse protetta dalle streghe" perchè questo era uno dei poteri che aveva questa piccola pianta.
Quel grande botanico senese Pietro Andrea Mattioli, andando oltre le considerazioni scentifiche che attribuiscono alla pianta caratteristiche antinfiammatorie, digestive e soprattutto, grazie alla presenza della verbenalina, una azione sedativa e analgesica naturale, non nascose di evidenziare come questa nel Medioevo fosse conosciuta ed apprezzata come pianta dal potere magico, la verbena è anche definita “erba del mago“.. Mattioli ci racconta che con questa venivano preparati filtri d' amore e fatture di morte che, già nel lontanissimo 1230, le patriottiche paliarde fattucchiere senesi, pagate dal Comune "pro faciminis contra florentinos" avevano lanciato con successo, stando alle cronache dell' epoca, quell'erba contro le truppe fiorentine nel corso di uno dei tanti assedi subiti dalla nostra città (M. Bussagli, op. cit.).
Mattioli sa molte cose di quell' universo tenebroso oltre che scentifico di questa pianta famosa per i suoi poteri afrodisiaci, e al tempo stesso letali, sui quali tanto si è divertito il Machiavelli con la sua celeberrima commedia.
Il Mattioli ne era affascinato. Per questo si recava spesso nella valle Anaunia, l' attuale Val di Non, come ricorda Maria Ludovica Lenzi, dove si trova allo stato naturale con più intense proprietà la Verbena, erba santa della tradizione celtica "che della testa le ferite sana" e che, secondo Plinio, ha anche il potere di "estrarre sorti e predire avvenire".
Quindi "erba del mago" ed allo stesso tempo comune rimedio pluripotente, tanto da meritarsi il soprannome di 'gioia dello speziale'. La sua fama di panacea è arrivata fino ai giorni nostri, sebbene oramai non sia più popolare come nel passato e dimenticata "dai comuni mortali" ma non dai senesi che senz' altro non sono comuni mortali ma gente "fuori dal comune".

Così la cultura popolare senese ha associato alla nostra Piazza (la più bella del mondo) una pianta che oltre ad avere numerose proprietà medicamentose, è erba magica ed anche simbolo sacro nell'antichità [1], con un ruolo emblematico e ben preciso sui campi di battaglia; vale la pena riflettere proprio sul fatto che in effetti...
....nel nostro Campo, di 'battaglie' ce ne sono... almeno due all'anno... da secoli ! ! !

[1] - Nell’antica Roma la pianta, col nome di Verbena o Verbenaca, secondo quanto scrive Servio, veniva raccolta in un punto sacro del Campidoglio e serviva per cingere il capo del sacerdote consacrato, detto Fetialis o Pater verbenarius, quando si recava in processione per stipulare un trattato o dichiarare una guerra.

- Tratto da "Siena segreta" di Vinicio Serino -




Mattioli e la Verbena