UNA STATUA GRECA IN PIAZZA DEL CAMPO

Il celebre scultore fiorentino Lorenzo Ghiberti racconta nei suoi commentarii artistici che un secolo avanti a lui, quindi nel XIV sec., in Siena mentre scavavansi certi fondamenti nelle case dei Malavolti (presso la Piazza Pianigiani) venne alla luce una statua greca di meravigiosa bellezza, e che tutti gli intendenti e dotti dell'arte della sculture e orefici e pittori corsono a vedere questa tanta meraviglia e tanta arte, e ciascuno dei grandi pittori la lodava enormemente per la grandissima perfezione.
Questa statua rappresentava forse una Venere Anadiomene, perchè aveva in su le gambe, in sulla quale ella si posava, uno delfino.
L'opera portava il nome di Lisippo, cioè del celebre statuario greco di Sicione, salito ad imperitura rinomanza per le sue stupende statue in bronzo.
Quando fu trovata la Venere, ciò dovette accadere circa il 1345, i senesi avevano da poco terminato le lunghe gallerie sotterranee chiamate bottini, che servivano per condurre acqua potabile nella Piazza del Campo, acqua allora raccolta in una fontana senz' alcuno ornamento. Scoperta la statua i senesi con grandissima festa ed onore muraronla magnificamente sopra essa fonte, ma in detto loco poco regnò.
Infatti, dato che in quel tempo la superstizione vinceva anche il sentimento del bello e dell'arte, fu lacerata e spezzettata e mandata a seppellire in sul terreno dei fiorentini. Questo perchè dal giorno della sua "messa in Piazza" le avversità contro i fiorentini andarono tutte male e considerando che la idolatria è proibita dalla nostra fede fu ritenuto che questa fosse la cagione di tante disgrazie.


Venere e Fonte Gaia