Tempi passati

VASCO, LA VASCA E LA CUGINA "BONA"

Siamo alla fine degli anni '50, agli albori del boom economico, quello che ci portò in casa tutto d'un botto, appunto un "boom" (altrimenti che boom sarebbe stato) il televisore Phonola il frigorifero Ignis, e la 500 Fiat o la Bianchina. In casa di Vasco il miracolo era stato anticipato da un altro evento: l'arrivo della vasca da bagno in zingo.
Ci fu una vera processione nella stanza da bagno di casa Ceccanti; tutto il rione a vedere la vasca di zingo. Difficile indicare le dimenzioni anche perchè queste variavano di misura come i pesci che pescava Otello; ognuno nel riferire la cosa ci metteva dei suo, ovvero quei cinque/dieci centimetri in più che fecero arrivare le dimenzioni della vasca di casa Ceccanti quanto quelle di una piscina. Tanto è vero che, alcuni anni dopo, quando fecero a Marciano, la prima piscina si dice che il progettista alla domanda "quanto si fa grande ?" rispose: "Quanto la vasca di Vasco!".
Se le dimenzioni non erano ben individuabili ben altra cosa era il rimanente: il materiale, la fattura, gli accorgimeti, il colore o per meglio dire il non colore perchè la vasca era di zingo al naturale ed ai lati dei vari rettangoli vi erano le saldature che tenevano insieme i vari pezzi. Analizzandola a posteriori potremmo paragomarla, oggi, ad una cassa da morto zingata ma, all'epoca, per noi che eravamo abituati a lavarci nelle tinozzette una vasca del genere era un mare, un sogno, una vera goduria ed invidiavamo un po' Vasco quando nelle afose giornate estive diceva: "Sono rimasto un'ora in vasca con un piede appena fuori; mi sono bagnato, mi sono tuffato, mi sono girato e mi sono rilassato, mi sono asciugato e poi ho ripetuto lo spasso". "Mi bagno, mi tuffo, mi giro e mi rilasso ... per poi uscire quando è pronta già cena." proprio come dice ai nostri giorni, nella sua canzone, Alex Britti il cui nonno o babbo presumo sia stato inparentato con i Ceccanti.
Per verità io invidiavo Vasco anche per altri motivi e noi sappiamo che tanti motivi messi insieme possono dar vita ad una canzone che in questi caso potrebbe intitolarsi ed avere come ritornello ... Vasco m' hai rotto il ... fiasco!!

Vasco era forte, atletico e svelto al pari di Nicche, come direbbero i vecchi di un tempo. Chi era Nicche? Nicche era un "Bip Bip". Un elemento che quando correva con la bicicletta arrivava prima lui e poi il mezzo, la bici, uno che sul manubrio ci si avvolgeva e che quando si fermava scendeva con un salto che solo al circo Togni ho visto fare. Ecco Vasco era Nicche.
Vasco aveva anche la nonna più fantastica di questo mondo: nonna Suntina, o Assuntina che sapeva fare la marmellata di more più "bona" che nessuno di noi aveva mai mangiato. Si diceva che fosse stata custode di un segreto o meglio ancora di un insieme di segreti. Suntina, con Vasco, andava a scegliere le more ma solo quelle che maturavano nelle zone più calde e soleggiate; si diceva che andasse dove cantavano le cicale. Altri segreti: tempi della bollitura, e dopo la bollitura con un mestolo di legno la ripassava più volte da un setaccio particolare, dalla reticella fitta per separare tutti i chiccolini dal succo denso e scuro delle more. Quella marmellata ti faceva chiudere gli occhi dalla libidine, da quanto era buona.
Vasco aveva il padre più stronzo di questo mondo; un uomo tutto brillantina Linetti, che cantava Elvis pretendendo di assomigliargli sia nel fisico che nella voce. Taglio dei capelli logicamente sputato a quello di Elvis, occhi con sguardo a "bambolo" stile Elvis, come i vestiti le scarpe ed ammennicoli vari.
Uno sbruffone che qualche volta riusciva persino, nell' eccesso del suo comportamento, a farti sorridere. I ricordi peggiori del babbo di Vasco, indelebili perchè sofferti enormemente, sono legati alle gite al mare. Per la strada ci stava dietro con la sua Prinz e strombettava per tutto il viaggio, per poi sorpassarci se c'era un tratto a sterro. Per me polvere e rabbia. Stesso comportamento, stesso sorpasso accompagnato da un sorriso a tutta dentatura quando, dopo Massa Marittima si arrivava nella piana che porta al mare di Follonica.
La sua Prinz dava la polvere alla nostra Bianchina ed io a mio padre non ho mai perdonato l' acquisto di quella autovettura così inferiore rispetto a quella del Ceccanti. "Babbo potevi comprare la Cinquecento!! Farsi passare da quella scatoletta !!" che lui definiva la mini-car di Elvis. La soddisfazione l' avemmo il giorno in cui tutto finì in una grande fumata ... quando fuse il motire. La mia gioia però venne soffocata dalle rivalse di mio padre: "La nostra macchina ha qualità che non apprezzi! La nostra macchina non fonde! tu non ci capisci nulla nei motori!"
Vasco aveva anche la cugina piu "bona" del mondo; una biondina dai capelli lunghi pazzientemente raccolti con due lunghe treccie, e dagli occhi chiari, due acque marine, chiari come quel mare che tutti insieme avevamo scoperto a Follonica nelle nostre gite e vacanze estive. Io avevo la fortuna di essere anche compagno di classe di Fiorella, questo il suo nome, e non avevo tardato a metterla al corrente del mio amore, della mia passione per lei. Ricordo ancora oggi molto bene il suo volto arrossire mentre leggeva sotto il banco di scuola i miei bigliettini, i miei scabrosi messaggini che la mettevano al corrente di tante passioni.
Comportamenti che non hanno tempo, molto simili agli attuali messaggini telefonici spediti con i cellulari dai nostri figli o nipoti. Vasco aveva il vantaggio però di essere il suo cugino e di essere il ragazzo preferito da Fiorella. Vasco, sbruffone come il padre, si vantava di giocarci spesso a "dottori", uno dei giochi più antichi di questo mondo fatti da maschi e femmine presi dalla curiosità di scoprire le diversità sessuali.

La rivalità con Vasco terminò però quando fummo entrambi rifiutati da Fiorella e da quel giorno ci scoprimmo amici per la pelle.
Era l'estate del '60 e le nostre famiglie avevano affittato un appartamento a Pratoranieri per passare tutti insieme quasi un mese di vacanze al mare. Pratoranieri era una località che aveva inizio dove terminava la strada asfaltata del lungomare di Follonica. La prima casa che trovavamo, affacciata al mare e lungo la strada a sterro era quella del Cucchi ed era quella che da quell'anno prendemmo abitualmente in affitto per le nostre vacanze estive agli inizi di quei favolosi anni'60. Nella casa del Cucchi a noi tre, io Vasco e Fiorella davano una camera semivuota con due sedie ed un grande lettone. E fu in quel letto, nei primi giorni di quelle vacanze che finì la rivalità per Fiorella ed iniziò la nostra vera amicizia.
Era una sera afosa e noi tre, dopo salti, acrobazie, trambusti, urli e risate sopra quel lettone, a seguito dei rimproveri dei genitori, decidemmo di riposare. Ci infilammo sotto il lenzuolo con Fiorella al centro ed io e Vasco ai lati. Non so quanto tempo era passato, non credo molto, quando io, con una insospettabile pazienza cominciai a spostare lentamente la mia mano verso il corpo di Fiorella. Tutto era fatto con estrema lentezza per verificare secondo dopo secondo quali potessero essere le reazioni di "Lella" alle mie avance. Al primo accenno di rifiuto, al primo sospiro di noia sarei tornato indietro. Arrivato all'altezza dell'ombellico però accadde qualcosa che mi blocco', sentii una mano che scivolava lenta come la mia ... era la mano di Vasco. La nostra silenziosa meraviglia fu bruscamente troncata dalla risatina divertita di Fiorella che rigirandosi, dopo averci preso ed allontanato le mani, ci sussurrò: "Buonanotte ragazzi!!"


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