In un altro mondo, non quello del basket, avremmo
potuto dire: 1 ad 1 e palla al centro, un tempo a testa e tutto da
rifare. Forse anche in questo mondo la partita fra Mens Sana e Virtus
avrebbe meritato di finire alla pari. Ma così non può essere perché
porteremmo avanti il mondo delle teorie assurde.
Ma di cose assurde o
difficilmente spiegabili nel derby fra Virtus e Mens Sana ne abbiamo
viste: una Mens Sana incontenibile, dominante, superiore senza mezzi
termini, nel primo tempo; una Virtus determinata, ispirata,
inorgoglita e fiduciosa poi nell’esito finale nel secondo tempo.
Un +25 dei bianco-verdi nei primi 21’ e poi un
breack di 34-8 dei rosso-blu nei 14’ seguenti.
Solo 21 punti fatti dai virtussini nei primi due
quarti ; poi copiati dai mensanini che ne fanno 22 negli altri due
quarti.
Tutto quello che non funzionava poi comincia a
funzionare e viceversa. Tutto cambia e s’inverte tanto radicalmente
che sinceramente, per quanto visto sul campo, trova più spiegazioni psicologiche che
tecnico-tattiche.
Difficile nel basket ritrovare situazioni simili.
Forse è la logica conclusione di un derby che non
vedevamo da 57 anni. Di logico forse può esserci solo questo.
Comunque alla rarità di quello che abbiamo visto
possiamo tentare di dare delle spiegazioni e queste non sono certo
piacevoli, per nessuna delle due squadre.
La Virtus con questa vittoria chiude la striscia
di tre sconfitte consecutive ma non riusciamo a vedere in questa
vittoria la risoluzione dei problemi Virtus mostrati recentemente.
Una vittoria che non ci fa pensare ad una Virtus ritrovata, pronta a
battagliare con le prime della classe. Già alla prossima, a Spezia,
sarà molto dura e difficile.
La Mens Sana ha capito forse di avere un organico
migliore del dichiarato (ma non pensato), che le altre della C Gold
non sono anni luce lontane, ma …. ma …. deve darci e darsi una
risposta al perché in campo ci troviamo, anche nel corso di una
stessa partita, due squadre diverse, giocatori che hanno
atteggiamenti diversi, che si perdono e non si ritrovano, che si
svegliano dal nulla; la continuità la troviamo nella consapevolezza
delle proprie forze e questa si forma sul campo nel provato e
riprovato e mai improvvisato.