1963 | Nannidanilo ma per noi "Fiasco" - Basketsiena.it

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SOLO SU BASKETSIENA.IT > Più di 900 pagine di storia numeri e ricordi della Mens Sana dal 1967 ad oggi  Dalle pagine storiche proponiamo la lettura di: "GHERDOVIC, IL PRIMO COGNOME CHE VIENE DALL'EST" clicca su questo bottone rosso --
   Nanni, detto "Fiasco", mai visto a Siena uno così alto
Eravamo agli inizi degli anni '60. L'altezza media degli italiani da inizio secolo era aumentata poco più di un paio di centimetri, ovvero un metro e 63. Restavamo un popolo da "mezze misure", quindi poco portato fisicamente a giocare a pallacanestro. In questi quasi cinquanta anni le misure sono aumentate ma non certo in modo tanto eclatante: siamo ad 1,75 anche se un italiano su cinque supera il metro e 81.
Nel 1963 arrivò a Siena, proveniete dalla Maremma, un ragazzone di oltre due metri, non ancora ventenne, fortemente voluto da Ezio Cardaioli, allenatore della Mens Sana. Mai visto uno così lungo dalle nostre parti. Il "Professore" gli fece una corte spietata e pur di vederlo con la maglia biancoverde se lo pagò personalmente. Srano ma vero; intuì quello che non era riuscito a fare la Polisportiva Mens Sana. Quel "brindellone" sarebbe stato un investimento. E così fu !!          
SIENA - dicembre 2019
FONTE : Redazione BkS | Stefano Fini
FOTO: Nazionale sperimentale del 1966 - Virtus Bologna del 1968 - Mens Sana primi anni '60

Verso la metà degli anni '60, in un periodo in cui chi era di fede Mens Sana era minoritario nel contesto sportivo cittadino (anche se cominciavamo a percepire un crescente interessamento per la pallacanestro), arrivò in Sant'Agata un giocatore di oltre due mertri, un due metri e due per l'esattezza. Una rarità all'epoca per qualunque squadra, figuriamoci per la Mens Sana che in quegli anni militava in serie C. Si trattava di un certo Danilo Nanni anche se nel mondo del basket di quegli anni tutti impararono a chiamarlo Nannidanilo. Poi se lui nel girovagare per lo stivale o all'estero si sentiva chiamare "Fiasco" ... ecco ... non c'era alcun dubbio quella persona che lo stava chiamando era un senese.
"Fiasco" fu il soprannome che gli venne dato dai tifosi e dai compagni in casa Mens Sana ed osservando le sue caratteristiche fisiche capiamo il motivo: collo lungo. spalle strette e a scivolo, corpo consistente. Chi gli dette il soprannome non lo sappiamo ma chi lo convinse a trasferirsi da Grosseto, dove è nato il 17 novembre del '45, a Siena lo conosciamo: fu Ezio Cardaioli a volerlo a tutti i costi, tanto da pagarne il cartellino con il maestro Franchi (responsabile del basket in Mens Sana) anche se la società si distaccò da quella spesa che fu di 150.000 lire. Il "Professore" aveva visto giusto e bene sul valore di quel giovane ventenne di 202 centimetri di altezza. A quei tempi non era facile trovare pivot di due metri, per giunta «mobili e svegli» e con una buona mano; il "Professore" non se lo fece sfuggire.


Foto sopra: Nella nazionale sperimentale del 1965 vediamo Danilo Nanni  il quinto in piedi a partire da sinistra con Bovone al suo fianco poi Meneghin e Bisson. Sotto oltre a Recalcati troviamo penultimo ed ultimo a destra Tirabosco e Vatteroni altri futuri mensanini.

Danilo aveva imparato i primi rudimenti della pallacanestro nel Csi Grosseto con il prof. Renzo Brigato.  Quando non era in palestra lo trovavamo al Bar Parioli di Guerrino, storico titolare del bar e padre di Danilo.
Per Nanni Siena fu il primo trasferimento in una città per motivi cestistici. Dopo Siena ci sarà Livorno poi Cantù, Bologna e Cagliari. Per la Mens Sana fu il primo reclutamento con tutto quello che ne comportava. In diversi se lo ricordano nelle trattorie di piazza del Mercato o in Salicotto mangiare spaghetti che gli traboccavano dal piatto e dalla bocca.  
In Mens Sana in quella stagione fece un ottimo campionato; punti, rimbalzi ed ora con coach Cardaioli anche tanta difesa. Divenne uno specialista. La sua carriera, nella città del Palio, ebbe una svolta: il Ct azzurro Nello Paratore, nonostante Nanni fosse una matricola di C, lo volle con la nazionale sperimentale, per una gara che si disputò a Napoli nel dicembre 1965. Danilo si guadagnò subito spazio accanto a campioni del calibro di Meneghin, Bisson e Recalcati ed anche di futuri mensanini di lì a pochi anni: Tirabosco, Vatteroni, Cosmelli Bovone e Recalcati (a Siena come coach) come vediamo nella foto di quella nazionale sperimentale.  
Un curioso aneddoto di quella convocazione ce lo ricordano alcuni compagni di squadra della Mens Sana di quegli anni. Quando arrivà nella sede di Sant'Agata il telegramma della Federazione che rendeva nota la sua convocazione in nazionale il Nanni si mise a ridere .... credeva fosse uno scherzo di Ezio Cardaioli che in quanto a burle non era a meno delle famigerate difese a zona. Ci volle tempo e prove varie per convincere Nanni, detto "Fiasco", giocatore nella Mens Sana in serie C che quello che aveva letto era tutto vero. Era stato realmente convocato da Paratore nella nazionale sperimentale.


Nella foto: Danilo Nanni è il 4° partendo da sinistra. Alla sinistra di Serafini. Sotto vediamo anche Cosmelli e Lombardi futuri Mens Sana.

Quella gara gli spalancò le porte ed una nuova destinazione: Livorno che in quegli anni militava in serie A. Per la Mens Sana fu un pò un atto di forza dei portuali se consideriamo che il grande "Fiasco" Nanni poteva essere un elemento importante per iniziare la scalata che poi, nell'arco di sei anni, ci porterà prima in B (1968) e poi in A (1972). Ma non potè essere così perchè Livorno, vide il talento e lo volle. La Mens Sana aveva con la società labronica un conto aperto in rosso per i diversi giocatori che Livorno passava in biancoverde e "l'affare Nanni" fu per la Mens Sana un rimettere i conti in ordine.  
Dovemmo sottostare alla legge che il pesciolino più grosso mangia quello più piccolo. Ma la stessa Livorno, al termine di quella stagione, dovette sottostare alla stessa legge.   Con la maglia amaranto della Libertas, allenata all’epoca da Benvenuti, fece l'esordio nella massima serie, contro una regina di quegli anni, la Simmenthal Milano . E in una delle gare di quella prima stagione in A disputò una straordinaria partitaa contro l’Oransoda Cantù, guidata da Borislav Stankovic, che aveva in squadra gente come Fabrizio Della Fiori e Carlo Recalcati. L’anno dopo Nanni si trasferì proprio a Cantù, in Brianza, per dodici milioni di lire.
Il suo debutto nell'Oransoda avvenne in occasione della 7^ edizione del Trofeo Lombardia del 1968, importante kermesse alla quale partecipavano le quattro squadre lombarde iscritte al campionato 1968-69 di serie A; togliendo la Virtus Bologna, le migliori del basket italiano di quegli anni: Oransoda Cantù, All'Onestà Milano, Ignis Varese e Simmenthal Milano.
L'Oransoda, neo campione d’Italia, di Danilo Nanni in quella edizione presenta lo straniero per la Coppa Campioni, Mike Lynn, ala alta 201 cm, vincitore del campionato universitario con la UCLA ed il nostro ex Danilo Nanni, pivot di 202 cm, utile, dopo la partenza di Merlati, per ricostituire il famoso “muro di Cantù” con Burgess e De Simone.
Cantù vincerà quel torneo battendo nel Gran finale del terzo giorno la Simmenthal Milano. Partita punto a punto. Il punteggio resta in equilibrio fino ai minuti finali. Cerioni con i tiri da lunga distanza porta avanti di 5 punti le “Scarpette Rosse” che pregustano la vittoria della partita e anche dell'ambito Trofeo, ma Nanni con un canestro allo scadere stabilisce il primato all'Oransoda per differenza canestri.

Dopo Cantù ci sarà per Nanni il trasfeimento alla Virtus Bologna, come vediamo dalla foto sopra, e poi a  Cagliari, nel Brill, dove arrivò insieme a coach Otello Formigli. Nell'isola terminò la sua carriera cestistica ma resterà a Cagliari dove aprirà, con successo, un negozio di elettronica, specializzato in impianti wi-fi.
Il 7 dicembre 2016 viene tradito dal suo cuore a 71 anni: questa pagina per ricordarlo.


Foto. Nanni Danilo in Mens Sana. il primo in alto a sinistra

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