1996 | L'introverso Lucius Davis (da Santa Barbara) - Basketsiena.it

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      L'INTROVERSO LUCIUS DAVIS   

A metà anni ‘90, per l’esattezza nel 1996, un giocatore di quelli che ti fanno amare la pallacanestro passò in Mens Sana; e come le stelle luminose, le comete ... passano … ti attraggono … ti meravigliano …  poi spariscono. Così fece lui, Lucius Davis .
DATA: 31/05/2020
FONTE : BkS | Stefano Fini   
FOTO: Lucius Davis in Mens Sana (Fontanafredda) e nella UC Santa Barbara)  
A metà anni ‘90, per l’esattezza nel 1996, un giocatore di quelli che ti fanno amare la pallacanestro passò in Mens Sana; e come le stelle luminose, le comete ... passano … ti attraggono … ti meravigliano …  poi spariscono. Così fece lui, Lucius Davis .

Quindi sotto la Torre solamente una stagione e probabilmente è per questo  che non sia uno dei più rammentati o ricordati dalla piazza.  Poi, come la storia ci insegna, in una città in cui ha contato e conta più il fumo dell’arrosto lui, Lucius Davis, di fumo ne faceva poco. Persona riservata, di poche parole, introverso, con amicizie selezionate, Gerard King nel contesto della squadra era il suo preferito; un fuori-campo tutto casa e famiglia (moglie e due figlie), abitava a Santa Regina a contatto con la natura, molto religioso, molto tranquillo, l’adrenalina la scaricava tutta in campo.         
Giocò in una Mens Sana Fontanafredda bella ma non troppo, quella dell’ultima stagione di Cesare Pancotto in una squadra allargata a più stranieri. Siena sposò subito i favori della sentenza Bosman, un provvedimento adottato dalla Corte di giustizia dell'Unione europea nel 1995, con il fine di regolamentare il trasferimento dei giocatori nelle federazioni appartenenti all'UE. Cosi agli stranieri che erano sempre stati solo due, in quella stagione per la Mens Sana  Lucius Davis e Gerard King, si aggiunsero Georgi Glouchkov, il primo giocatore del blocco dell’Est a competere nella NBA (arrivato a Siena però all’età di 37 anni), Keith Gray guardia statunitense con passaporto austriaco, Alan Tomidy centro con passaporto irlandese. Fatta la legge, trovato l’inganno ma i risultati non furono esaltanti o per lo meno quelli sperati. Comunque play off raggiunti.

I grandi furono King e Davis. Quest’ultimo così presentato nei giornali specializzato: “Giocatore in crescita proveniente dal Papagou, ala piccola naturale, contropiedista, atleta, realizzatore. Giocava da solo in Grecia ma in squadra mediocre. Potrebbe essere una vera sorpresa perché a 26 anni è all’apice della maturità”. E la piacevole sorpresa si rivelò subito tale. Negli ottavi e quarti di Coppa Italia, che si giocavano in quegli anni prima della stagione regolamentare, Lucius Davis imperversa, è il capocannoniere di Coppa; costringe al supplementare e batte Varese anche in trasferta per un 2-0 con la sua firma, 36 e 37 punti. Nei quarti batte Cantù dell’ex coach Lombardi. Lucius Davis batte impietosamente Jerry Reynolds, statunitense di grande fama e gloria tornato per far grande la cittadina del mobile e l'anno successivo in Mens Sana [APRI]. Lucius Davis al debutto in campionato fa subito 31 punti contro la Scavolini Pesaro, alla terza con la Cagiva Varese ne fa 29 con l’aggiunta di uno schiacciatone che poi figurerà nei Top10 della stagione (vedi il video sotto). Lucius non è di quelli che si esaltano con le deboli per poi sparire con le grandi: alla 12esima giornata contro la grande Kinder Virtus Bologna ne fa 28 di punti (9/21 43%, 2/4, 4/4 +6 rbs e 3 recuperi) la settimana dopo a Reggio Calabria stabilisce il suo max di campionato 33 punti…. Per farla breve all’andata è il terzo cannoniere del campionato con 316 punti (24,3) dopo Komazec. A fine stagione è quinto con 619 punti al pari di Carlton Myers.
 4^ schiacciata di Lucius Davis - 3^Gray (Mens Sana) su passaggio di Lucius Davis  

L’attuale coach della Mens Sana Pierfrancesco Binella che all’epoca era già in ambiente Mens Sana, così lo ricorda: “Un attaccante sopraffino, un giocatore con capacità offensive impressionanti, anche devastanti come pochi visti dalle nostre parti. Aveva il corpo per attaccare il ferro, aveva il tiro da fuori, aveva senso del canestro, segnava sotto contatto. Una grande attitudine alla fase offensiva quanto scarsa era quella per la fase difensiva. Uno che al di qua dell’oceano ci stava benissimo, da top player, poi si è perso un po'. In casa Mens Sana quasi ai livelli di Alphonso Ford e Darren Daye; quasi perché Alphonso aveva caratteristiche fisiche più importanti e con Daye per altri aspetti; ma nel confronto con Daye lui aveva più armi tecniche offensive. Dopo Ford e Daye, Lucius, per me, senz’altro il giocatore offensivo più forte dell’epoca, quella che parte dalla doppia promozione (A2-A1) di “Dado” Lombardi”.  

Concordiamo. Ma se chiediamo a un tifoso mensanino di Lucius Davis questo ha vaghi ricordi. Anzi possiamo aggiungere altro: quando abbiamo fatto un sondaggio su un campione di quasi cinquecento tifosi su chi ritenevano i più forti giocatori stranieri della Mens Sana (20 nomi), nessuno ha menzionato Lucius Davis. Eppure Lucius con i 619 punti fatti in una stagione è l' 11esimo nei Top stagionali [APRI] in casa Mens Sana. Anzi … se consideriamo solo i punti stagionali fatti nella sola A1 (togliendo quelli fatti in A2 che è una serie inferiore) Lucius Davis è quinto (845 Bobby Brown, 785 Ford, 685 Johnson, 649 Forte e 619 Lucius Davis). Coach Binella ricorda che Lucius si allenava tantissimo al tiro anche prima dell’allenamento della squadra; come impossibile non ricordarsi delle ginocchiere di cuoio nero che indossava abitualmente. Ci chiedevamo come facesse a tenerle addosso perché il cuoio con il sudore non è certo il massimo.   

    
Se a Siena non lo ricordiamo per quanto meriterebbe non altrettanto è avvenuto a Santa Barbara, cittadina californiana che ospita il college dove Lucius Davis ha giocato. Lucius è stato un punto fermo della grande squadra UC Santa Barbara della fine anni ‘80 e dei primi anni ‘90 e recentemente è stato festeggiato ed il suo nome inserito come quarta leggenda del college, inserito nei “Hall of Fame dell’ ICSB”. Lucius Davis fu uno dei protagonisti di quegli anni pieni di vittorie (21 consecutive) con la conquista del titolo NCAA. Cosa di non poco conto perché delle 122 società che ne prendono parte quelle che si possono vantare della vittoria del titolo non sono nemmeno il 40 per cento del pool nazionale. Cosa doppiamente non facile se consideriamo che solo pochi anni prima i Gauchos di Santa Barbara erano stati gli ultimi del torneo NCAA. In quel 1990 Lucius Davis era al suo secondo anno e quell’evento memorabile al Thunderdome sarà il top della sua carriera da cestista, un giorno indimenticabile seguito dalla notte più “selvaggia”della sua vita.  Così l’ha poi ricordato: “ Indimenticabile il ruggito della folla. Il sogno stava diventando realtà. Ricordo di essere stato a fine partita di fronte alla panchina; noi ci precipitammo a bordo campo ma la gente invase il campo e ci pressò e sommerse. Io ero sul pavimento e urlavo istericamente. A un metro da me c’era intrappolata la mia piccola ragazza cheerleader che urlava il mio nome perchè andassi a salvarla. Dopo qualche minuto la tiro fuori di lì … ora è mia moglie ed abbiamo due bellissimi bambini: Taja Davis, che si diplomerà all’ UCSB quest’estate (2016) e Jalan Davis, che è al suo secondo anno … come lo ero io in quella indimenticabile serata”.

Dopo poche stagioni Lucius Davis arrivò a Siena. Il suo scopritore originario fu Federico Buffa che in quel periodo incominciò ad avere un rapporto preferenziale con il management Mens Sana dell’epoca e soprattutto era il procuratore dell’allora coach mensanino Cesare Pancotto.
Perchè rimase una sola stagione a Siena? Le ragioni possono essere molte non ultima quella che lui preferì andare a monetizzare in estremo oiente (Cina - Giappone). Da quelle parti si cominciava già a guadagnare bene con il vantaggio di una pressione minore. Poi i limiti del suo carattere. Dicevamo introverso, poco disposto a mettersi in gioco, a scommettere su di se sposando la filosofia "poco ma certo" che certamente gli ha consentito di avere una lunga carriera pro forse proprio rinunciando a picchi ed agli  stress. Potremmo dire troppo buono, calmo tranquillo, razionale, tutt'altro che folle per essere un yankee.
Ai suoi limiti psico-caratteriali potremmo aggiungere quelli tecnici su cui lui, occorre precisarlo, non lavorò mai in modo sistematico per poterli migliorare .... fatto sta che quando alla penultima giornata di regular season la Fontanafredda Mens Sana giocò in casa contro la Kinder Bologna vinta 85-69 (dove per la cronaca registrammo una grande e imprevedibile prestazione di Francesco Orsini 15 pts. terzo realizzatore, oltre logicamente a quella dei due statunitensi King-Davis), quando a quella partita assistette Kevin McHale, famoso allenatore analista management della NBA, all'epoca accasato nei Timberwolves, venuto a Siena appositamente per vedere Lucius Davis, questo se ne tornò nella sua Minnesota spendendo grandi elogi ma non per l'ala tiratrice, ma per il centro della Fontanafredda Gerard King. Su Lucius Davis si limitò a dire: "C'è talento ma i suoi movimenti sono ancora troppo lenti per uno che gioca sul perimetro" ..... e riguardando nelle Top 10 della stagione (sopra) quell'avvicinamwnto a canestro chiuso con la schiacciata non possiamo che dargli ragione.      
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