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1265 - L' albero della fecondità a Massa Marittina


L’Albero della Fecondità, il celebre e particolare affresco medievale che si trova sulla grande parete delle Fonti dell’Abbondanza a Massa Marittima, torna ad essere visibile al pubblico. Datato 1265, raffigura un albero da cui pendono, come enormi frutti, decine di falli davvero realistici. Ai piedi della pianta una folla di donne sta in attesa che cadano, due di loro si accapigliano contendendosene uno.


Il celebre “Albero della Fecondità” è un “malato” che sta molto meglio ma che ha ancora bisogno di essere monitorato costantemente per evitare qualsiasi rischio futuro, tanto è delicata la sua condizione.
L’Albero della Fecondità è una rara testimonianza di pittura murale duecentesca, il cui interesse sta in gran parte nell’inconsueto soggetto profano, che sembra affondare le radici nei culti della fertilità dell’antichità.

ALBERO DELLA FERTILITÀ - In apparenza l’affresco, datato al XIII secolo, rinvenuto quattro anni fa sulla parete della fonte Nova risalente al 1265 a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, è simile a molti altri di epoca medievale che rappresentano «l’albero della fertilità o dell’abbondanza», abbastanza comuni in Toscana. Ma osservando da vicino l’albero al centro dell’opera, si nota qualcosa di particolare: sui rami non ci sono frutti, ma 25 organi sessuali maschili stilizzati di differenti forme e dimensioni, compresi di testicoli. Gli alberi a forma di fallo dipinti sulle pareti delle fonti rappresentavano in epoca medievale un simbolo di fertilità legato all’acqua. Secondo Ferzoco, però, quello di Massa Marittima in particolare rappresenta un programma politico preciso.

UN MESSAGGIO DEI GUELFI - «È un messaggio dei guelfi (sostenitori del Papa, ndr) contro i ghibellini (sostenitori dell’imperatore, ndr). La fazione guelfa intendeva dire a chi frequentava la fonte che se gli avversari fossero andati al potere, avrebbero diffuso idee eretiche, perversioni sessuali, stregoneria e guerra civile», spiega Ferzoco. All’epoca dell’affresco Massa Marittima era controllata dai guelfi, e l’accusa che sovente lanciavano ai ghibellini era proprio quella di essere degli eretici. E gli eretici, secondo le credenze medievali, praticavano anche la sodomia. «L’albero con i falli appesi è di difficile interpretazione per noi, ma per chi viveva nel Duecento in Toscana era un simbolo preciso», dice Ferzoco. «Cose che per noi sono oscene, allora erano perfettamente normali e usare un fallo in un messaggio politico non era scandaloso».

STREGHE - Lo studioso britannico identifica come streghe le donne sotto l’albero, una delle più antiche rappresentazioni di streghe di tutta l’arte occidentale. Una di loro, inoltre, è nell’atto di aggiungere con un bastone un fallo a un ramo dell’albero. «All’epoca in Toscana era diffusa una leggenda secondo la quale le streghe tagliavano gli organi sessuali agli uomini e li mettevano nei nidi degli uccelli, dove avrebbero preso vita e si sarebbero moltiplicati». Accanto a lei un’altro donna viene sodomizzata da un enorme fallo, mentre sopra la sua testa c’è l’aquila imperiale. Alla loro sinistra due donne litigano e si prendono per i capelli.
Gli studi sull’affresco sono stati recentemente pubblicati in un volume dell’Università di Leicester nella collana «Toscana Studies» presentato lunedì a Londra all’Istituto italiano di cultura.


nelle FOTO:
L'albero della fecondità nel suo insieme visto da lontano e nelle immagini sotto due particolri, i falli appesi ai rami e le donne alla base che se li contendono. Visibili anche le aquile imperiali  


 
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