Siena Duemila

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1420 - Il gioco delle carte: dai trionfi alle minchiate


Legati alla predizione del futuro, i tarocchi nacquero come variante del gioco delle carte. Le prime traccie le troviamo nelle suntuose corti di Milano e Ferrara del XV secolo quando si diffusero i cosiddetti "trionfi".
Il gioco trovò i suoi estimatori pure nella città di Siena anche se le cronache e le memorie cittadine, come da sempre, hanno  preferito parlare delle virtù dei senesi e nasconderne i vizii.


Siamo agli inizi del Quattrocento quando i volubili nobili si stancarono delle carte da gioco tradizionali e con un certo snobbistico vezzo di erudizione cominciarono ad usare il cosidetto "Mazzo degli Dei".
Durante le partite non si bada solo ai punti da accumulare ma anche alle possibili allegorie che ogni figura evoca.  Questi negli anni ebbero anche il vantaggio di non essere inclusi nella "lista nera" dei giochi d' azzardo. Comunque per gli appassionati cattolici si plofilò un conflitto di coscienza.
Anche in Toscana e nel senese viene fatto uso dei cosidetti "trionfi", carte molto accattivanti ma poco si riesce a ricavare da documenti ufficiali dell' epoca. Con questi il più elementare gioco che veniva fatto era quello a "risposta", ovvero prevale quello che butta una carta con il valore maggiore. Resta da stabilire quali fossero i Trionfi che nel gioco valevano du più; inoltre i valori spesse volte variavano da località a località. A Siena al gruppo più povero in termini di punti appartenevano per esempio il Matto o Misero, l' Imperatore e il Papa. A livelli superiori erano posizionate la Giustizia, la Temperanza e la Fortezza. Mentre in cima si trovavano il Sole e la Luna. Ma a Siena, come in altre parti della Toscana, il mazzo da 21 passò a 41 segni con l' aggiunta di 12 simboli zodiacali ed altri prendendo il nome stravagante di "minchiate".
Progressivamente i trionfi e poi le minchiate si democratizzano; da passatempi delle corti e dei salotti dei nobili diventano una mania popolare. Siena non racconta i vizii dei suoi cittadini ma l' uso di queste carte dovette preoccupare alquanto l' ambiente della Chiesa che arriva a definire i trionfi un' invenzione del diavolo ed un travisamento dei valori cristiani. Più o meno la stessa condanna che i tarocchi moderni subirono dalla Chiesa ufficiale. A Siena il predicatore San Bernardino tuona ripetutamente contro questo nuovo gioco sulla scia della vibrante condanna dei dadi.  San Bernardino da Siena nel 1423 avverte i suoi concittadini a fuggire dal male dei trionfi e dei naibi (mazzi di origine araba). Avverte ma tutti continuarono a giocare: nobili, popolani, credenti, atei e probabilmente anche qualche eclesiastico.  

nelle FOTO: Trionfo del 1425

 
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