Siena Duemila

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1871 - I postriboli hanno dato nome a diverse vie


Curiosità e stranezze nei toponimi delle strade di Siena ce ne sono: per esempio la caratteristica via della Galluzza venne così chiamata in quanto quella strada portava al mercato del pollame che si teneva tra la Costarella, Beccheria ed appunto questa strada. La stessa via di Beccheria prendeva origine dalla bottega del macellaio che nel Medioevo era anche detto "carnaiolo" o "beccaio", e da qui la derivazione etimologica della via. Altre curiosità in merito? Il nome Cane e Gatto è legato al vicolo a causa delle lotte politiche fra alcune famiglie senesi. Mentre quello di via delle Lombarde, strano ma vero, è legato alla presenza di postriboli come leggiamo nel repertorio toponomastico del Fantastici ...


1871 - LO STRADARIO CENSURO' ALCUNI NOMI MA NE RIMASERO ALTRI MENO VOLGARI
Il Chiasso delle Lombarde è così nominato per essere destinato al Postribolo delle pubbliche meretrici lombarde, intendendo, pertanto, con il termine "lombarda" una prostituta proveniente da un'area dell'Italia settentrionale (Lombardia, Veneto, Friuli, Piemonte). Queste meretrici del nord si spostarono a Siena ed in altre città toscane in cerca di lavoro, di quello popolarmente definito "il mestiere più vecchio del mondo".
Sempre l'architetto Bernardino Fantastici ci informa che agli inizi del 1700 via delle Lombarde veniva chiamata strada del Forno Bruciato prendendo così il nome da un panificio che venne distrutto in epoca remota da un furioso incendio.

Anche i nomi di alcuni vicoli della Torre hanno una derivazione condizionata dalla presenza di postriboli. Il più evidente è il vicolo del Luparello. Nome che deriva dal termine latino  lupa che stava ad indicare non solo la femmina del lupo ma anche la prostituta e con lupanare si indicava il postribolo. Molto probabilmente il luparello era una casa di piacere di modeste dimensioni o si riferiva ad un postribolo indicato per i giovani alle loro prime esperienze amorose con le "lupe".
Sempre in loco troviamo anche il vicolo di Coda che deve la sua denominazione all'attività di meretricio. In passato infatti, osceno ma vero, si chiamava vicolo di "Coda Rimessa". Lo stesso Bernardino Fantastici, nel XVIII secolo, spiega così il termine: a sinistra di via di Salicotto trovasi un vicolo denominato di Coda Rimessa, così detto per essere destinato alle pubbliche meretrici. Al toponimo fu tolta la seconda parte del nome nel 1871 per renderlo meno volgare,
Poco distante troviamo il vicolo delle Scotte. L'etimologia di questo deriverebbe dal germanico skulk che sta ad indicare un posto di guardia armato (come nel caso della località presso Vico Alto che da nome all'ospedale); in questo caso ha una derivazione d'incrocio fra il latino sculca e scolta assumendo nel linguaggio dialettale senese la definizione di "scotta" ovvero gazza e forse, per traslato, nel nostro caso significa "le ragazze facili che esercitavano il mestiere nel postibolo".

Più facili in tal sento la derivazione che ne scaturisce da via delle Vergini, nella contrada della Gireffa, nel cui nome vi è tutta l'ironia senese. Infatti il toponimo si deve al fatto che in queste strade abitavano numerose donne di malcostume che si erano insediate in queste strade durante la dominazione spagnola di metà Cinquecento, in particolare nel periodo in cui le numerose truppe di don Diego Hurtado di Mendoza occuparano anche il convento di San Francesco. La toponomastica del rione fu influenzata da questi eventi: il vicolo della Viola, che collega via delle Vergini con via dei Baroncelli, trae verosimilmente la propria denominazione da una meretrice particolarmente conosciuta e che amministrava un postribolo; peraltro fino a quasi tutto il Settecento questo vicolo veniva denominato "vicolo del Buon Costume". Lo stesso discorso vale anche per il tratto finale del vicolo di Provenzano che ancora nell'Ottocento avanzato si chiamava "via del Buco".
Quindi, come abbiamo visto, la presenza di postriboli condizionò assai la toponomastica, tanto che con lo stradario del 1871 si decise di "censurare" almeno in parte, alcuni dei nomi più volgari.  
 


nelle FOTO:
Meretrici e postriboli

 
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