Siena Duemila

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1400 - 1900 - Fogne ed immonnezia


Il tema trattato in questo articolo trova origine e motivo dagli avvenimenti verificatesi in diverse parti d'Italia, principalmente nel sud, che hanno come oggetto lo smaltimento dei rifiuti pubblici.
Questo è da sempre stato un grande problema per tutti i comuni italiani; nel periodo da noi preso in considerazione – fine 1400 inizi 1900 – il problema era davvero grave, tanto grave che sovente la popolazione era preda di malattie infettive, peste, colera, e via dicendo.


1400 - 1900 - Anche a Siena con lo sviluppo delle città e l’abbandono delle campagne, la questione dei rifiuti si presentò in maniera palese, con caratterizzazioni drammatiche. Il loro smaltimento era un problema, anche per una mancata educazione cittadina.
Il contadino o la gente di campagna era abituata a buttare i suoi rifiuti, qualunque tipo fossero, direttamente sul terreno, una volta giunti in un centro abitato ripetevano la stessa operazione, e questa abitudine si estese a tutti gli abitanti cosicché strade, vicoli, piazze erano immondezzai a cielo aperto che, a parte essere maleodoranti, erano focolai di malattie.
Ricordiamo che in quei secoli non esistevano i gabinetti, per cui i bisogni venivano fatti all’aperto, dov’era possibile, per tale motivo certe stradicciole nascoste e poco frequentate erano punti di deposito. Usualmente lo sterco era raccolto dalla gente che lo utilizzava per i campi come concime e lo vendeva pertanto ai contadini. Sino all’ottocento, in alcune città si autorizzarono i cosiddetti vagabondi utili a raccattare gli escrementi, con lo scopo sia di pulire, che di dare lavoro a suddetta gente.
A Milano, per esempio, nacquero i navazzari, una specie di antenati dei moderni netturbini, con il compito di raccogliere il letame e i liquami dei pozzi neri delle case dei più abbienti. Anche a Siena, prima della realizzazione dell'acquedotto e conseguentemente della rete fognaria, vi erano dei pozzi neri vuotati regolarmenti con affluvi che vi lascio immaginare. Infatti per molti mesi all'anno, verso le undici di sera, lunghe file di carri, non meno di trecento, guidati da contadini attendevano il suono della campana di mezzanotte, per penetrare in città da tutte le porte e tornarsene via, qualche ora più tardi, carichi di immondizie ed escrementi destinati alla fecondazione dei campi. Questo comportava nel cuore della notte un rumore, per il transito dei carri, ed un puzzo insopportabile.

nella FOTO:
Spazzini dei 1600 e del 1900

 
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