Siena Duemila

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1920 - Questi nostri nobili ... strana gente


Mentre la nobiltà europea ed italiana in generale, nei primi decenni del Novecento, subiva e si adeguava ai mutamenti anche radicali; nel senese i nostri nobili, i nostri conti,, vivevano un quotidiano molto diverso. Un paio di aneddoti curiosi, simpatici ma anche significativi.


Nel 1917, in Russia, prese il potere la sanguinosa rivoluzione bolscevica, capeggiata da Lenin. Nel produttivo nord, nei nobili del regno di Vittorio Emanuele III serpeggiava il timore di un contagio ideologico e così ai governi presieduti da Zanardelli, Giolitti, venne promossa una politica di carattere liberal-democratico.
Nel 1920 a Napoli i nobili viaggiavano nelle loro vetture private ma si interessarono molto anche all' entrata in funzione della prima metropolitana in Italia e delle prime scale mobili, ne furono fra i principali fautori.
Ed i nomibili che abitavano nel territorio senese? Cosa facevano e di cosa s' interessavano?

Anche in quel periodo il mondo di Siena era proprio un altro mondo ed i nobili che lo abitavano erano, pure loro, di un altro mondo.
Anche per loro la mobilità in città ed in campagna era assicurata da carrozze e autovetture ma il mezzo preferito continuava ad essere "le proprie gambe".  Fabio Pisaneschi ci ha ricordato di quelle eccezionali del conte Giulio del Tajo noto perchè andava a piedi per divertimento a Roma con il suo amico muratore.  

Un esempio di nobiltà "economica" nostrana può essere rappresentata dal conte Mignanelli, nominato anche sindaco di Monteroni e Buoconvento dato che possedeva diverse grandi e fertili tenute in Val d' Arbia. In che senso era un signore "economico"? Si interessava forse, dato anche l' incarico amministrativo, di economia? Nulla di tutto questo. Era un signore "economico" perchè quando doveva andare a Siena si portava dietro colazione e desina, che divideva con il suo fido servitore, confidente e consigliere detto Piattana.
Piattana, "economico" come il suo padrone, morì di crepacuore quando l'erede. il conte Mignarelli junior, si dette ai lussi più sfrenate arrivando a volere la cioccolata a colazione ed a volere pasteggiare sempre a vino pretto ed a volte a champagne.

Sul giovane conte Mignanelli, Achille Neri ci racconta che questo comprò anche una delle prime auto di Siena, una De Dion Bouton, chiamata "la Buitoni" e siccome la strada comunale per Vescovado che saliva a Suvignano non sgrondava bene, la modificò senza però addolcirne granchè la pendenza. Davanti ad una delegazione di barrociai che gli fecero presente che già che c' era , poteva rendere più agevole la pettata, non si scompose affatto. Disse loro semplicemente: "ho fatto del mio, ho fatto sul mio, ho fatto a comodo mio". Di fronte a queste ragioni nessuno fiatò.
Che conti !..... questi conti senesi.
 

nelle FOTO:
una De Dion Boutom con nello sfondo palazzo di Suvignano

 
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