Siena Duemila

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1920 - Nascita del quartiere di San Prospero


Un contributo a capire la storia moderna di Siena e a comprendere quando e come si sia sviluppato quello spartiacque tra la Siena di un tempo, colta, liberale e capace di perpetuare il miglior gusto artistico e architettonico della gens senese, e la Siena di oggi sulla quale è difficile esprimersi nello stesso modo.
Le caratteristiche del nostro sito web ci limitano a poche e sintetiche notizie ma per coloro che sono interessati all' argomento ricordiamo la pubblicazione  “La lenta corsa del tempo” di Gabriele Maccianti testo dal quale abbiamo tratte queste mini considerazioni sul quartiere di San Prospero.


In pieno ventennio fascista, pur con tutti i limiti condannabili della mancanza di democrazia, i dibattiti culturali si svilupparono con grande messe di risultati. Pensiamo allo sviluppo dell’Art Noveau o al Futurismo. A Siena furono prese decisioni incredibili, costruzione di San Prospero e risanamento di Salicotto, che solo oggi viene riconosciuto come un grande esempio di architettura che ben si integra con il tessuto storico esistente, mentre per decenni dalla critica di sinistra e per il semplice motivo che era stato realizzato nel ventennio, fu bollato in modo dissacrante. La faziosità non ha limite.

Era domenica 16 maggio 1920 quando vengono inaugurati i nuovi lavori per fare nascere San Prospero e viene praticata una apertura – piccola, ma di straordinario valore simbolico – nelle antiche mura prossime alla Fortezza medicea. L’Amministrazione comunale volle dare grande risalto all’evento. Il Sindaco Emanuello Pannocchieschi d’Elci in occasione del via ai lavori disse:
“…sorgerà insomma la Sena Vetus nova e tutte le maestranze operaie ed artigiane  troveranno nello sviluppo edilizio larga fonte di lavoro e di guadagno…”.

La prima San Prospero sarà quella del trionfo del Liberty, primo stile dell’Italia unita, che anche in qualche altra parte della Provincia muove i suoi passi (Buonconvento in primo luogo).
Fabio Bargagli Petrucci, in una missiva del 20 luglio del 1923, definisce San Prospero un “villaggio giardino”, secondo la tradizione anglosassone dell’Arts and crafts.
Iinfatti il Comune dispose in modo chiarissimo la presenza del giardino su tutti lati delle varie proprietà. Cosa del tutto rivoluzionaria ed in prospettiva anche di crescita per le attività complementari (vivai di piante, giardinieri ecc.). I signori senesi di quel periodo avevano le maestranze per la manutenzione del verde intorno alle loro ville di campagna ma questo concetto della casa giardino allargato alla media borghesia apriva nuove prospettive per queste categorie di lavoratori .

Interessanti le stesure del Piano regolatore fatte per il nuovo quartiere, il dibattito sullo stile Art nouveau e sul Futurismo (il secondo, bocciato). Interessanti sono anche i tempi di realizzazione dell' opera: velocissimi. Un formidabile impulso per velocizzare i lavori e snellire la burocrazia arriva dal fatto che ad ottobre del 1920 si vota per le Amministrative, e nel 1919, alle Politiche, i socialisti si sono fatti più minacciosi che mai. Il Blocco conservatore senese (cattolici, monarchici, liberali, nazionalisti e fascisti) vogliono dare dimostrazione di efficienza: e quella Breccia sulle mura verso San Prospero del 16 maggio ebbe senz' altro il suo peso sull'esito incerto ed esigui della Lista dei conservatori (53,7% dei voti, contro il 46,3%). Dopo il successo elettorale, il già pianificato quartiere iniziò concretamente ad essere costruito, con i primi lavori di sterratura e l’abbattimento degli altri tratti di mura.
Sotto vi proponiamo una serie di immagini, belle da vedere, del nuovo quartiere di San Prospero.  


nelle FOTO: Il quariere di San Prospero nei primi anni, dopo la costruzione

 
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