Siena Duemila

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1861 - La fossa fuori porta Ovile trasformata da metà Ottocento


Prima dei lavori effettuati fuori Porta Ovile a metà Ottocento l' aspetto di quella zona era completamente diverso. Appena usciti dalla Porta una fossa rendeva quel tratto della cinta muraria il più basso di tutto il circuito urbano tanto che persino il Granduca Pietro Leopoldo nel giugno del 1786 aveva annotato: " Fu ordinato al Direttore di Dogana di fare rialzare il muro di un braccio e mezzo con spesa di 150 scudi data la fossa in cui sprofondano".


La zona fuori Porta Ovile  cominciò a mutare fisionomia verso metà dell' Ottocento, quando "extra moenia" fu costruito una specie di ponte in curva, protetto da parapetti in muratura da entrabo i lati per raccordare ad un medesimo livello le tre strade che qui giungevani.
Precedentemente a questi lavori della Porta partiva la strada del Riluogo, che scendeva repentinamente alla fonte, e la strada dell' Osservanza (via imone Martini) che saliva anche al romitorio dell' Alberino, nel luogo dove nel 1212 S. Francesco alloggiò ed un cui operò il miracolo del leccio cresciuto in una notte.
Nel 1861, vista l'esigenza di collegare esternamente alle mura le varie porte - esigenza nata dal bisogno delle attività commerciali di potersi muovere senza attraversare la città antica e dalla necessità di raggiungere agevolmente la nuova stazione ferroviaria - erano state costruite sia la strada che scendeva dalla barriera di San Lorenzo (oggi via D. Beccafumi) sia l' arteria diretta verso Porta Pispini.
l rialzamento del piano fu notevole rispetto agli originali dislivelli come è possibile capire e vedere dalle stampe riportatr sotto.    

nelle FOTO: stampe del Romagnoli (1838) e Viligiardi (1869) - Foto di fuori Porta Ovile ad inizio 1900

 
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