I Lavrinovic nelle coppie dei fratelli più famosi del basket - Basketsiena.it - Il portale del basket mensanino e senese

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Siena 23 febbraio 2020  - Posted in : Giocopulito |  Fonte: Lorenzo Martini
 Spesso, nel basket come in tanti altri sport, riuscire a primeggiare nella propria disciplina dipende da diversi elementi imprescindibili, in primis dal talento, dai mezzi fisici, dal duro allenamento. Ma non si può non tenere conto di un’altra componente spesso sottovalutata : la genetica.
Perché se ci dimenticassimo del fattore genetico, non si spiegherebbe perché mai il basket pulluli di coppie di parenti, soprattutto di fratelli, che giocano nei massimi campionati del mondo. Qualche esempio?

Partendo dall’NBA, la coppia di fratelli più celebre è di marca spagnola: Pau e Marc Gasol. Il primo ha vinto due titoli NBA in maglia Lakers e ha portato la sua Spagna a vincere qualunque trofeo internazionale; il secondo è attualmente uno dei centri più forte in NBA, attualmente in forza nei lanciatissimi Toronto Raptors, malgrado una stagione davvero negativa dei suoi. Entrambi hanno una visione di gioco sopra la media, entrambi hanno un’impressionante conoscenza dei fondamentali. Vederli giocare insieme, con la Spagna, è una gioia per gli occhi. Poco da aggiungere: la coppia di fratelli più forte in assoluto.

Un’altra celebre coppia di gemelli è quella formata da Marcus e Markieff Morris. Inseparabili fin dalla nascita, i due hanno giocato per anni insieme nei Suns, oggi divisi, uno ai Clippers, l’altro ai Lakers. Squadre diverse, stessa città, di fatto inseparabili. A differenza dei gemelli Lopez, però, hanno un gioco piuttosto simile: buoni tiratori, discreti attaccanti, pessimi difensori. E entrambi con un bel caratterino!

Un discorso a parte meritano i fratelli Plumlee. Mason gioca a Denver, ed è un giocatore più che affidabile, soprattutto in fase difensiva. Miles invece oggi gioca in Australia dopo anni in NBA nella quale gli è mancata la costanza di rendimento. Nulla di anomalo, se non fosse che nella stagione 2016/17 ha esordito in NBA anche il terzo fratello, Marshall! Proveniente dal Westchester, in D-League, a causa dell’improvvisa assenza di Noah i Knicks lo hanno fatto scendere in campo contro Atlanta. A fine gara il tabellino recitava 0 punti e un rimbalzo. Oggi è freelance.
A volte succede invece che i fratelli in questione non siano allo stesso livello, e si vengono a creare “coppie spaiate”. E’ il caso dei fratelli Antetokounmpo, Dragic e McCollum. Da un lato ci sono Giannis, Goran e CJ, tutt’e tre stelle nello loro rispettive squadre NBA. Dall’altro però ci sono i loro fratelli, molto meno famosi, che giocano su quest’altra sponda dell’Atlantico. Se Zoran Dragic e Thanasis, fratello del Greek Freak, hanno provato in passato l’esperienza a stelle e strisce per poi accasarsi in Europa (Thanasis è tornato in America e gioca in D-League), Errick McCollum ha fin da subito abbandonato il sogno americano, diventando però un grande giocatore del Basket Europeo. Nel 2018, poi, un altro Antetokounmpo ha fatto il grande salto verso la NBA, il minore dei tre, Kostas, ma oggi gioca in D-League con la seconda squadra dei Lakers.

E com’è ovvio che sia, anche in Europa non sono pochi i casi di basket-brothers.  I più famosi sono i gemelli Lavrinovic; capisaldi della nazionale lituana, Ksistof e Darjus per anni ha dato spettacolo sul parquet, a volte come compagni di squadra, a volte come avversari. A ivello di club Ksistof con la Montepaschi Siena ha ottenuto il massimo dei risultati e notorietà. Ora, a 41 anni suonati, si sono ritirati nella loro amata Lituania.

E anche noi, in Italia, possiamo contare sui nostri Alessandro e Stefano Gentile. Il primo, ormai ex capitano dell’Olimpia Milano, è un giocatore fortissimo nel contesto europeo, che ha sfiorato per anni la NBA senza però averne mai calcato i parquet, e nel tempo ha evidenziato problemi che non attengono alle sue qualità, piuttosto al suo atteggiamento. Stefano è invece meno talentuoso, ma ha comunque saputo costruirsi una carriera di tutto rispetto, togliendosi anche qualche soddisfazione con la maglia reggiana, per poi giocare anche lui a Bologna e Dinamo Sassari.

Ma, riattraversando nuovamente l’Atlantico, come ciliegina finale non possiamo non citare la famiglia Miller. Perché se Reggie Miller è diventato il giocatore pazzesco che è stato, lo deve alla sua famiglia. Reggie era nato con una particolare forma di rachitismo e per i primi quattro anni di vita dovette usare dei sostegni, mentre i suoi fratelli mostravano un’incredibile propensione per lo sport. Infatti, la sorella Tammy era un’ottima pallavolista, il fratello Darrell giocava a baseball – raggiunse la massima lega nazionale -, mentre la sorella Cheryl era all’epoca una promettente cestista , tant’è che in una partita d High School siglò ben 105 punti, nel 1984 divenne medaglia d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles e tutt’oggi è considerata una delle più forti giocatrice californiane di sempre. Reggie prese ispirazione proprio da Cheryl, vinse le sue debolezze iniziali e…sappiamo tutti com’è andata a finire. Il tutto, grazie alla forza della “fratellanza”,  nel vero senso della parola.
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