Non possiamo eccedere nel parlare male dei quotidiani sportivi italiani perchè vista la situazione attuale potremmo correre il rischio di vedere migliaia di dipendenti del settore disoccupati in un amen, licenziati. Lasciamo da parte anche le facili battute: "almeno ce li leveremo di torno". E' vero che curano la forma (per esempio: "ce li leveremo di torno" non lo avrebbero mai detto), c'è forma ma non c'è la sostanza. E poi senza quotidiani una informazione nelle mani dei solo social sarebbe pericoloso; sui social c'è di tutto, soprattutto c'è il peggio e questo lo troviamo in quelli di più facile uso.
Ma tornando sui quotidiani sportivi vorremmo sorridere, anche se ce n'è venuto la noia di farlo, su quanto è stato detto e scritto sull' Italbasket di Luca Banchi il giorno dopo la sconfitta dell'Italia contro l'Islanda nella prima partita del girone di qualificazione ai Mondiali 2027; basta il titolo dell'articolo: "Il punto più basso della storia della pallacanestro maschile italiana".
Dietro a quel "il punto più basso della storia della pallacanestro italiana" c'è ignoranza e tanta "partigianeria". Si parla bene dei tuoi, quelli che ti sono simpatici, (i Pozzecco?); non certo i Luca Banchi. Con la sconfitta con l'Islanda si è subito messo su il plotone di esecuzione contro "il povero Luca Banchi". Non si è tenuto conto che era la prima partita d'esordio di un nuovo allenatore che ha guidato si e no tre allenamenti, che s'è assunto l'onere di attuare un ricambio generazionale convocando un sacco di 18 enni, 19 enni e 20 enni.
Poi arriva ieri sera la seconda partita di questa nazionale. Dura, difficile, persa e riacciuffata. Luca Banchi dopo la vittoria in Lituania era particolarmente felice, a tal punto che i giocatori l'hanno pure preso a secchiate.
Mica per la grande prestazione di un ritrovato Procida, mica perchè nei momenti delicati del terzo quarto se l'è giocata alla grande con un 18 enne ed un 20 enne che la domenica di norma gioca in A2, mica per il fatto che ha schierato quintetti con un'età media giovanissima e prossimamente lancerà in maglia azzurra altri teenagers, mica perchè sarà molto complicato qualificarsi ai Mondiali ma il suo vero compito è quello di far crescere una nuova generazione di giocatori.
Era felice perchè un quotidiano gli ha dato una grande speranza.
Per la prima volta dopo 21 anni, possiamo abbozzare un sorriso pensando al nostro futuro.
LA NAZIONALE DI BANCHI
l volto più riconoscibile della nuova generazione del basket italiano è alto 2.20 metri, tira (e segna) da tre punti e ha solo 18 anni. “Ho iniziato a giocare grazie a un canestrino che suo padre aveva appeso in giardino”. Oggi Luigi Suigo è il centro del futuro dell’Italbasket. Lanciato per la prima volta in nazionale maggiore dal ct Luca Banchi durante le qualificazioni ai Mondiali 2027, contro la Lituania “suiGOAT” – uno dei tanti soprannomi che gli è stato appiccicato – ha lasciato il segno con una tripla dall’angolo. Il primo marchio in una partita ufficiale per un giocatore che in Italia, forse, non abbiamo mai visto. Atipico per il modo di giocare (data la sua altezza), ma efficace e costante. Cresciuto tra Sportland Tradate, Varese Academy e Olimpia Milano, la sfida di Suigo si è spostata in Serbia. Con il Mega Basket Belgrado arrivano minuti, punti e le prime vere responsabilità.
L’”unicorno” della giovane Italbasket
Dopo aver preso il posto di Pozzecco, il ct Banchi ha detto: “Sono a caccia del mio unicorno, alla ricerca di qualcosa di quasi mitologico. La pallacanestro, anche in Italia, è stata capace improvvisamente di trovare risorse che nessuno immaginava”. Ma cosa significa realmente “unicorno” nel mondo del basket? Coniato dal cestista NBA Kevin Durant per descrivere le qualità e le abilità dell’avversario Kristaps Porzingis, oggi è il termine – abusato – con cui si identifica un giocatore molto alto che ha in molti casi la tecnica di una guardia e si muove quasi come una guardia, non con la stessa velocità ma con la stessa fluidità. Ecco, in Luigi Suigo l’Italia vede il suo prossimo unicorno.
E pensare che per quasi 5 anni ha dovuto smettere con la pallacanestro per un problema ai talloni dovuto alla crescita esponenziale. Poi a 12 anni Suigo torna ad allenarsi. “Prima, tutto quello che potevo fare e facevo era giocare al campetto. e imitare il mio primo idolo, James Harden. Erano i tempi in cui poteva segnare 40 punti in ogni partita: io andavo al campetto e imitavo il suo step-back”. Ora studia e imita Victor Wembanyama: “Lo faccio per diventare come lui”.
In campo come nella vita, Suigo è cresciuto in fretta. “Lasciare Tradate non è stato un problema. Purtroppo, mia madre è mancata presto e io ero abituato a tornare da scuola e prepararmi da mangiare, studiare, allenarmi e rivedere mio padre solo la sera, al ritorno dal lavoro. Venendo a Milano, per me non è cambiato nulla. Con i ragazzi della foresteria ho instaurato un rapporto che durerà per tutta la vita. Ma sul campo le difficoltà ci sono state perché l’intensità richiesta in allenamento e la quantità di lavoro svolto erano molto diverse da ciò cui ero abituato”. A gennaio 2024 arriva il primo canestro in Serie A con la maglia dell’Olimpia: una tripla (anche in questo caso) su assist di Mirotić. E tutti iniziano a parlare di lui. Nello stesso anno, con l’U19 biancorosso, vince la Next Gen Cup da protagonista segnando 20 punti e prendendo 11 rimbalzi in finale.
Qualche settimana più tardi, insieme ai suoi compagni e amici Diego Garavaglia e Maikcol Perez, partecipa al Basketball Without Borders Global Camp di San Francisco, un torneo a invito riservato ai migliori prospetti di tutto il mondo. Un’occasione per Suigo per poter visitare anche il campus degli Illinois Fighting Illini, un college di Division I tra i più ambiti in NCAA. Sicuramente il prossimo passo che spera di compiere il giovane Luigi dopo il diploma.
Una nuova generazione azzurra
Suigo si prende la copertina. Ma con lui c’è un gruppo di giovani talenti italiani. La nazionale, infatti, ha aperto le porte anche a Diego Garavaglia (giocatore classe 2007 del Basketball Ulm) e Luca Vincini (23enne di Sassari), oltre a Elisèe Assui (classe 2006 di Varese). C’è poi la conferma di Francesco Ferrari (MVP dell’ultimo europeo U19 e talento di Cividale in Serie A2) e il ritorno di Davide Casarin (protagonista con la Vanoli Cremona in Serie A). Mentre il momento di Procida sembra essere finalmente arrivato (vedi i 24 punti contro la Lituania), la nuova generazione è pronta per mettersi in gioco e a disposizione della maglia azzurra. C’è ancora tanto margine, ma le premesse sono davvero ottime e incoraggianti. Nella nuova Italbasket del ct Banchi Luigi Suigo è il futuro.