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Time out. Mens Sana, 14 indagati e 33 capi di imputazione

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Siena 19 marzo 2016 - 09:15
Fonte: Agenzoa Impress - Cristian Lamorte

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Per Minucci & co l’accusa di associazione a delinquere.

Avviso di conclusione indagini per 14 persone nell’ambito dell’inchiesta ‘Time Out
’ condotta dalla Procura di Siena sulla Mens Sana Basket fallita nel luglio 2014. Sono 33 in totale i capi d’imputazione contestati a vario titolo e in concorso che vanno dall’associazione a delinquere al riciclaggio e alla ricettazione passando per numerosi reati tributari tra i quali frode fiscale, bancarotta fraudolenta, emissione di fatture per operazioni inesistenti ma anche omessa denuncia, false comunicazioni sociali e ricorso abusivo al credito. Le indagini coordinate dal Pm Antonino Nastasi e condotte dal 2012 dalla Gdf avrebbero accertato una condotta criminosa attraverso la collaborazione tra la plurititolata società di basket senese e le società Essedue Promotion e Brand Management di Rimini e la Best Solution di Siena che avrebbero messo in piedi un complesso meccanismo fraudolento che consentiva, attraverso il pagamento in nero anche su conti esteri e false fatturazioni, di remunerae i giocatori, alterare i bilanci e trarre profitto personale.

(nella foto il momento dell'arresto di Ferdinando Minucci) Gli indagati Gli indagati per associazione per delinquere sono l’ex presidente ed ex gm della Mens Sana Basket Ferdinando Minucci, il titolare della Essedue Promotion Stefano Sammarini, e il socio Nicola Lombardini, l’ex segretaria generale della Mens Sana Basket Olga Finetti, l’ex direttore sportivo della Mens Sana Basket Jacopo Menghetti, il commercialista della Essedue Promotion Alessandro Terenzi. A loro sono contestati anche altri reati insieme a Federica Minucci, figlia dell’ex presidente della Mens Sana Basket e socia della Best Solution; Pierluigi Zagni, legale rappresentante della Best Solution; Alberto Galluzzi, legale rappresentante della Columbus Value; Cesare Lazzeroni, ex presidente della Mens Sana Basket; Paola Serpi, ex vicepresidente della Mens Sana Basket; Luca Anselmi, ex amministratore delegato della Mens Sana Basket. All’ex moglie di Minucci, Rosanna Mereu, sono contestati i reati di favoreggiamento e riciclaggio. Al vicedirettore de Il Corriere dell’Umbria e Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi è invece contestato il reato di ricettazione; la stessa accusa è invece caduta in prescrizione per altre persone inizialmente coinvolte nelle indagini. Dall’inchiesta sono usciti l’ex ct della Mens Sana Basket Simone Pianigiani e 17 giocatori che, secondo l’accusa, avrebbero evaso il fisco tramite pagamenti a nero. Di loro si occupa la Procura federale della Fip.

Testimonianze e intercettazioni decisive L’indagine, seppur avviata nel 2012, ha puntato la lente nella gestione della Mens Sana Basket dal 2007 fino al fallimento nel 2014 per stato d’insolvenza «conclamato e irreversibile»
. Nel maggio di due anni fa portò all’arresto di Ferdinando Minucci e di altre 3 persone oltre che al sequestro di beni e denaro per oltre 13 milioni di euro che, tutt’oggi, sono sotto sequestro. Con il passare del tempo il numero degli indagati è cresciuto vertiginosamente anche se molti di loro sono stati esclusi dal fascicolo. Altrettanto numerosi gli interrogatori condotti che avrebbero permesso alla Magistratura di fare quadrato sulla condotta criminosa. Il fascicolo conta oggi 19 faldoni che corrispondono a circa 20mila pagine colme di testimonianze e intercettazioni telefoniche e ambientali.

(nella foto Sammarini Stefano) Minucci e Sammarini «capi e promotori» Secondo l’accusa nell’associazione a delinquere Minucci e Sammarini hanno avuto «la qualifica di capi e promotori, avendo ideato e costituito l’associazione, gestito gli affari della medesima, dato ordini agli associati, amministrato rispettivamente la Mens Sana Basket e la Essedue Promotion seguendone le diverse operazioni economiche, stabilendo la suddivisione delle provviste create grazie alle fatturazioni per operazioni inesistenti».

Indurre in errore Un filone delle indagini riguarda i reati ai danni della società
che avrebbe prodotto arricchimento personale, «agendo in modo concretamente idoneo da indurre in errore i soci della Mens Sana Basket, la Fip e i creditori, sulla reale situazione economico patrimoniale della medesima società» e «concorrevano a cagionare e aggravare il dissesto della Mens Sana Basket il cui indebitamento passava da 1.406.859 euro al 30 giugno 2011 a 6.038.408 euro al 30 giugno 2013 con contestuale riduzione del patrimonio netto che passava da 624.227 euro al 30 giugno 2011 ad un valore negativo -4.520.898 euro al 30 giugno 2013».

Mps parte offesa
Per ciò che concerne il ricorso abusivo al credito banca Mps risulta parte offesa dopo il finanziamento di 8 milioni di euro nel 2012. Secondo l’accusa la Mens Sana Basket e la Brand Management «ponevano in essere una complessa operazione contrattuale diretta a far ottenere alla Mens Sana Basket finanziamenti non altrimenti ottenibili, in quanto fondati su un acquisto del marchio da parte di Brand Management con risorse acquisite attraverso il finanziamento ottenuto da Banca Mps».

La telefonata prima delle perquisizioni
(nella foto a destra Minucci con l'ex moglie Rosanna Mereu)
Spicca poi il ruolo dell’ex moglie di Minucci, Rosanna Mereu, unica indagata per favoreggiamento e
riciclaggio. A lei viene contestato il fatto che avrebbe aiutato l’ex marito e Olga Finetti «ad eludere le investigazioni dell’autorità giudiziaria chiamando prima della perquisizione effettuata dalla Gdf, il sistemista dicendogli che doveva essere effettuata una pulizia sui computer presenti presso la sede della società ed eliminando dagli stessi pc files formato excel contenenti un budget squadra e delle mail». La signora Mereu, inoltre, avrebbe creato «provviste in nero nascondendo 1.232.600 euro in contanti all’interno di cassette di sicurezza a lei intesta e aperte in una filale Mps, compiendo operazioni tali da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro».

 PER UNA RILETTUTA: LA "RICETTAZIONE" TRATTATA SU REPUBBLICA (ottobre2014) ed oggi accusa di reato caduta in prescrizione per diverse persone inizialmente coinvolte nelle indagini.

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