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1990-20 maggio: ritorno in A

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Tutto ebbe inizio in quel tiepido pomeriggio di 27 anni fa. Tipica giornata di primavera, domenica 20 maggio 1990, e a primavera, dopo un inverno durato quattro interminabili anni, sbocciò la Mens Sana: partita mai in discussione contro Imola, sfidante nello spareggio-promozione, la serie A2 riconquistata per forza, puntando su di un coach ed una squadra troppo forti per quel campionato di B, ma riconquistata anche per amore, l'amore dei settemila tifosi strizzati dentro il palasport, divenuti un fiume in piena sfociato, fino a tarda notte, in Piazza del Campo.

Gianfranco Lombardi era il guru di quell'avventura. In campo andavano tanti bei cestisti, ma nell'immaginario quella è rimasta "la Mens Sana di Dado". Livornese di nascita, attaccante clamoroso in gioventù (lo notarono anche gli americani, durante le Olimpiadi del 1960). da allenatore era diventato santone dell a difesa, marchio di fabbrica per una squadra che il mai troppo ricordato giemme Ciccarelli aveva costruito già l'anno prima: lui, Dado, si era portato dietro Pino Brumatti, classe 1948, centodue presenze in azzurro e duecentocinquantuno con ai piedi le red shoes

milanesi, ma a Siena aveva trovato Visigalli, Lasi, Pastori, Giroldi e Battisti, più Guerrini e qualche giovane di belle speranze (il 17enne Frosini, ad esempio), ed ebbe il merito di spingere sui giusti tasti, nello spogliatoio come nella piazza, vincendo in carrozza un campionato nel quale le avversarie si chiamavano Trapani e Sangiorgese, nessuna delle quali in grado di competere con la personalità, l'ingombro, l'entusiasmo (oltre alla qualità, ci mancherebbe) di Lombardi e di chi per lui indossava la maglia della Mens Sana, sponsorizzata Ticino Assicurazioni e tornata finalmente biancoverde dopo un esilio di sei lunghissimi anni fra il biancobluceleste Mister Day ed il biancorossogiallo Conad.

Si andò in campo alle sette della sera, ma alle tre del pomeriggio c'era già gente che pressava agli ingressi. Un'atmosfera che mise paura agli avversari e caricò i padroni di casa, tenuti cinque giorni in ritiro sull'Amiata dopo la rocambolesca sconfitta di gara-2. Pronti, via: Visigalli e Battisti non sbagliano un colpo, Pastori schiaccia in contropiede (e viene giù il palasport), Brumatti ciuffa come ai tempi del Simmenthal ed alza il pugno al cielo, time-out ospite sul 13-0

Mens Sana ma la partita già non c'è più ed è solo questione di alzare gli occhi verso il vecchio tabellone in cima alla nord per controllare il countdown verso la serie A. La "mattanza" prosegue sul 24-4, sul 47-21 di fine primo tempo, sull'85-50 che al suono della sirena diventa 87-50, canestro di Ezio Battistella, pivottone di origini maori preso in prestito a Treviso a metà campionato dall'indimenticato duo di presidenti-costruttori Rossi e Ciupi, originario del Valdamo il primo, nicchiaiolo e con la Mens Sana nel cuore il secondo, scomparso purtroppo nel 2012.

Un anno dopo Siena avrebbe conquistato l'Al, categoria ripresa nel 1994 e che avrebbe dominato dal Duemila in poi a suon di scudetti e coppe. Fino al crac finanziario ed al fallimento del 2014, dal quale oggi si sta faticosamente cercando di risalire la china.

Matteo Tasso

 
 
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