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Fra i tanti nuovi ... Filippo resta!

Cronache



SIENA 13 giugno  2018
FONTE :
Ufficio stampa
Menssanabasket1872
FOTO:
Filippo Franceschini

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Doppio ruolo per Filippo Franceschini. Istriciaiolo, dna mensanino, nato il 7 giugno 1980 a Siena, sposato e con una figlia, la splendida Emma, ex giocatore di un certo livello quantunque lui dica “infimo”, Filippo sarà secondo assistente della prima squadra con compiti di match analysis e sarà tecnico di punta del settore giovanile senza avere una squadra propria ma ricevendo la responsabilità di seguire lo sviluppo tecnico-fisico di alcuni prospetti con sessioni e progetti individuali mirati.

Il contratto di un anno è stato firmato stamani con il diesse Marruganti prima che Filippo raggiungesse la riviera adriatica con la famiglia per il matrimonio di “Danny Boy” Hackett, poi sarà la volta delle vacanze a Roseto. “Mare, mare, mare… - ci dice Filippo – non sogno altro di estate e già me la gusto”.

- Filippo spiegaci i tuoi compiti nello specifico…

“Per la prima squadra il verbo che eserciterò di più sarà ‘scoprire’. Si tratta di analizzare ogni video reperibile, prendere informazioni, avere quanto più una conoscenza anticipata delle avversarie della Mens Sana per quanto fanno sul campo e fuori. E sì, anche capire i punti dove hanno maggiori difficoltà e scoprire gli elementi che mettono in gioco i loro giocatori allo scopo di evitarli. Si tratta di un’analisi che poi viene discussa con coach e primo assistente e comporta una buona dose di fiducia nelle mie capacità critiche”.

- E con le giovanili?

“La Società ha ritenuto che non fosse sufficiente un percorso per tutti uguale, gruppo per gruppo, e sta individuando una serie di giocatori che beneficeranno della mia opera. In pratica per ciascuno di essi sarò io ad avere la conoscenza più ampia di chi sono e cosa possono fare. Il mio compito sarà di aggiungere alla preparazione che avranno dal loro allenatore, alcuni progetti personalizzati e seguirli nella loro maturazione tecnica, fisica e psicologica. Di certo un compito che mi si adatta essendo stato anch’io giocatore ai miei tempi”.

- Senti Filippo. Ti conosciamo per essere sempre modesto e riservato, non credi che con coach Moretti servirà mettersi più in luce?

“Sono contento così. Lo staff è tutto nuovo e quindi tutto da scoprire. Lo guida un ex giocatore che in questa veste ha vinto tanto e ha continuato a farlo anche in veste di coach. Ma di lui quello che mi stupisce ogni giorno di più è l’umiltà e la modestia. In qualità di unico superstite del gruppo tecnico, Paolo mi chiede continuamente di metterlo al corrente di fatti senesi e societari e dà molta importanza al mio giudizio. Questa è una cosa che mi fa estremamente piacere. E anche con Federico Campanella, che comunque è un tecnico formatosi alla scuola Mens Sana, capita di metterlo al corrente spesso su un girone di A2 in cui deve iniziare a conoscere tutto da subito. Credo che siamo partiti con il piede giusto, noi tecnici siamo una piccola squadra che ha già trovato sua forza nell’intesa e sta per dedicarsi a far crescere la squadra più grande”.

- Sappiamo che anche tu avevi proposte interessanti per progredire nella tua carriera. Ma sei rimasto, perché?

“Perché in qualunque momento e con qualunque alternativa, io sceglierò sempre Mens Sana se avrò la certezza di essere utile. Dico grazie alla Società e tantissimo a coach Moretti per avermi voluto qui in questa particolarissima stagione. Per me è una scelta facile scegliere Mens Sana. Per me è tutto”.

LE PAROLE DI COACH MORETTI
“Filippo è un grande appassionato della Mens Sana, adora la Mens Sana, è senese doc ed è un elemento di continuità sia con il passato recente che con quello più antico e glorioso. Inoltre conosce bene il territorio e tutti i ragazzi che dovremo allenare. Il mio giudizio finale quindi è che lui è uomo a cui ci si può appoggiare e di cui ci possiamo fidare. Infine ha immediatamente capito che io come allenatore intendo assumermi tutte le responsabilità e prendere tutte le decisioni ma, ciò premesso, ho sempre creduto che far crescere in responsabilità i miei collaboratori e decentrare fosse elemento di organizzazione prezioso. Con me nessuno si deve mai sentire escluso e deve solo tenere presente che io chiedo sempre il massimo perché sono il primo a dare il massimo”.

 
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